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18 Gennaio 2023 - 08:49
Carpiva la fiducia delle colleghe, di solito operatrici socio sanitarie che lavoravano nella casa di riposo in cui si intrufolava. Poi, presentandosi come “la moglie del primario” di un ospedale della zona, prometteva loro posti di lavoro nei reparti della struttura diretta dal finto marito. La persona truffata - sono 15 finora le parti civili al processo - di solito, attirata dalla promessa di un posto di lavoro a tempo indeterminato, credeva alla finta oss, che è imputata per truffa a un processo che si celebra in tribunale ad Asti. L’imputata si faceva consegnare, a quel punto, somme di denaro che vanno dagli 800 ai 4mila euro, per seguire fantomatici “corsi di formazione in pediatria” o per effettuare finte “iscrizioni”, preliminari all’assunzione, che ovviamente, non arrivava mai.
C’è, tra le vittime, anche una donna che, irretita dalle false promesse, ha versato all’imputata 150mila euro. È una delle donne caduta nella trappola delle cosiddette truffe “amorose”, che l’imputata metteva in atto in parallelo con quelle a sfondo sanitario. La malcapitata riceveva messaggi e regali da un finto medico, che non aveva mai visto, che la “corteggiava” a distanza, e che poi si faceva mandare dei soldi, adducendo varie scuse. Ovviamente, il dottore non esisteva ma era sempre l’imputata a tramare le fila dell’inganno.
La presunta ingannatrice, che ha 44 anni, risponde di truffa insieme al compagno e ha lavorato in rsa della provincia, tra il torinese e l’astigiano. Nei giorni scorsi si è aperta l’udienza preliminare. Le 15 parti offese, oss che all’epoca dei fatti erano disoccupate oppure lavoravano in case di riposo, assunte per poche ore da cooperative, sono assistite dagli avvocati Piergiorgio Chiara, Andrea Mecca e Paolo Bagnadentro. L’imputata, che ha l’obbligo di dimora, è difesa da Wilmer Perga.
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