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Il caro vacanze

A Finale Ligure 2 euro per il piattino vuoto della bimba. La denuncia di Selvaggia Lucarelli

La blogger pubblica lo scontrino e la Rete si infiamma. La ristoratrice: «Il lavoro va pagato»

Lo scontrino

Lo scontrino della discordia

L’Osteria del Cavolo a Finale Ligure precipita nelle valutazioni delle recensioni da 5 a 3 nel giro di qualche ora. È bastato un post della blogger Selvaggia Lucarelli, che “denunciava” su Facebook il ristorante per aver fatto pagare 2 euro per un piattino di condivisione per un bambino, che i leoni della tastiera si sono fiondati su Google per distruggere la reputazione del ristorante. Da lunedì la pagina di Google maps è invasa da critiche e insulti alla struttura per effetto del review bombing che altro non è che una tempesta di recensioni negative che colpiscono un prodotto, un film o, come in questo caso, un ristorante, per evitare che questo abbia successo. Non necessariamente perché il prodotto non piace, ma a volte, come in questo caso, solo perché non piace il loro modo di fare. «Che vergogna», e ancora «se mi porto i piatti da casa mi fate lo sconto?».

LO SCONTRINO INCRIMINATO

Sono moltissimi i commenti di haters che si sono scagliati contro l’attività di Finale Ligure, ma c’è anche chi li difende e oltre a fargli i compliemnti per la cucina e il servizio, cercano di far riflettere i leoni da tastiera. Il web non perdona, e c’è anche chi insulta per sbaglio un ristorante di Monza, dal nome sempre Osteria del Cavolo. Ida Germano, 76 anni, titolare dell’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, si difende dopo la bufera social a causa dello scontrino, postato da Selvaggia Lucarelli, nel quale compariva l’addebito di 2 euro per il piattino condivisione. «Quando il cliente entra in un locale - dice - accetta il menù, che viene esposto fuori. Nel caso specifico i clienti avevano preso un primo e un secondo in tre. Di piatti supplementari ne ho portati ben quattro, per questo ho fatto pagare due euro: voglio che i clienti sappiano che per noi quello è un lavoro in più». Ossia un piatto vuoto in cui la madre avrebbe potuto riversare alcune trofie al pesto da far assaggiare alla figlia di 3 anni.

SELVAGGIA LUCARELLI

Intanto la ristoratrice ha annunciato di valutare eventuali azioni legali nei confronti di Lucarelli: «I dati sensibili presenti nello scontrino non dovevano essere pubblicati, c’erano il mio nome e cognome e il mio numero di cellulare. Vorrei venisse di persona a mangiare le mie trofie: si è lamentata del prezzo, ma sono realizzate con ingredienti di qualità. Mi spiace per la situazione, ma avrei sofferto di più se avessero criticato il cibo». Quanto alla scelta di addebitare quei 2 euro, Germano insiste: «Il lavoro va remunerato - spiega -. Ho 76 anni e lavoro con passione, ma è giusto che io venga pagata per quello che faccio. Le parole dette sui social e le recensioni negative non mi preoccupano, sono fiera del mio lavoro. Nel corso del tempo ho avuto tante soddisfazioni. In queste ore ho ricevuto tantissime recensioni di solidarietà da amici, clienti e colleghi. Ho ricevuto chiamate dalla Germania, dalla Svizzera e diversi legali si sono proposti di tutelarmi».

IDA GERMANO

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