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La sentenza

«Ha stuprato le tre nipotine». Ma i giudici lo condannano solo per una

I primi episodi risalirebbero al 2003. Ma la vicenda è arrivata solo ora alle battute finali in tribunale

«Ha stuprato le tre nipotine». Ma i giudici lo condannano solo per una

Foto di repertorio

Lo hanno accusato di aver violentato le tre nipotine, in periodi diversi. Adesso, a distanza di oltre 20 anni dai primi abusi, è stato condannato. Ma non per tutti gli stupri: solo per quello della nipote più piccola, per cui i giudici di primo grado hanno deciso una pena di 4 anni e 6 mesi. E per le altre due ragazze? Le violenze contro di loro sono andate in prescrizione perché troppo lontane nel tempo.

Un finale agrodolce per una vicenda che risale addirittura al 2003, quando la prima delle sorelle ha subito i primi abusi sessuali a soli 11 anni. Ma non ha mai detto nulla a nessuno. Fino a quando ha scoperto che quell’uomo, fratello di suo padre, aveva fatto lo stesso alle sorelle più piccole: a quel punto le tre ragazze hanno «unito le tessere del puzzle e sono esplose come un fiume in piena, raccontandosi tutto» come ha riportato in tribunale una dei loro avvocati, Enrica Zola. 

Questa vicenda straziante, infatti, è emersa solo nel 2021: «In questi casi si dice che, per un giudice, è più facile assolvere che condannare - aveva premesso il sostituto procuratore Cesare Parodi, che ha curato l'accusa e chiesto una condanna a 10 anni - Non stavolta: ci sono racconti autentici e la testimonianza di un’amica, senza contraddizioni. E c’è il tentativo di suicidio della sorella minore, quando aveva solo 16 anni. Poi è andata in comunità e, faticosamente, ha raccontato tutto. Altro che complotto».

La più piccola delle tre sorelle, infatti, ha raccontato di aver subito abusi sessuali dallo zio quando lui andava a trovarla a casa. E anche le due ragazze più grandi, che oggi sono due donne, hanno raccontato le stesse violenze quando erano piccole: praticamente, secondo l’accusa, il 45enne si chiudeva in camera con le nipotine e approfittava di loro. E, a quanto pare, è passato da una all’altra man mano che le giovani crescevano.
«Quando è emerso quello che era successo alla più piccola, le altre non hanno realizzato subito - riporta ancora l’avvocato Zola, che assiste le parti civili insieme ai colleghi Luciano Paciello e Pinuccia Cassatella - Infatti, quando una è stata sentita in incidente probatorio, ha negato di aver subito abusi in famiglia. Poi ha realizzato, si è confrontata con l’altra sorella e hanno ricordato tutto». Per loro è stata una botta: «Hanno provato vergogna e paura - aggiunge l’avvocato Cassatella - Si sono colpevolizzate perché si sono convinte che, se avessero denunciato, forse la sorellina non avrebbe subito quello che è toccato a loro».

Dopo che la sorella più grande ha testimoniato, lo zio l’avrebbe aggredita, urlando la frase “Cos’hai fatto” e strattonandola con violenza. Lei avrebbe replicato “sei un pedofilo”, minacciando di chiamare il padre. Che, una volta scoperto tutto, si è scagliato contro il fratello.
L’imputato, assistito dall’avvocato Roberto Doriguzzi Breatta, respinge ogni accusa: «Mi ha sempre detto: “Io quelle cose non le ho fatte”. Non possono valere racconti fatti a spizzichi e bocconi».

Per l'aggressione i giudici hanno deciso il "non luogo a procedere" per mancanza di querela mentre, per lo stupro, la pena è stata ridotta perché è scattata la prescrizione per due ragazze su tre. In aggiunta ai 4 anni e 6 mesi di reclusione, per il 45enne è scattata l'interdizione in perpetuo da impieghi, scuole ed edifici frequentati da minorenni. Per la nipotina è stato disposto anche un risarcimento provvisionale di 10mila euro.

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