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L'indagine

Omicidio in corso Giulio Cesare, il killer confessa ma si difende. E spunta un altro indagato

Convalidato il fermo del 16enne. Però restano ancora dei misteri da risolvere

Omicidio in corso Giulio Cesare, il killer confessa ma si difende. E spunta un altro indagato

Spunta un nuovo indagato per l’omicidio di Hamza Moutik: è un 19enne, anche lui marocchino, che avrebbe aggredito il pusher morto dopo essere stato accoltellato. Di lui, al momento, non c’è traccia. Invece l’altro accusato, il 16enne fermato mercoledì a Malpensa, si trova nel centro di prima accoglienza all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano: ieri si è tenuta l’udienza di convalida del fermo e il ragazzino, accusato di omicidio volontario, ha finalmente raccontato la sua versione dei fatti.

«Ha sostanzialmente ammesso l’accaduto ed è molto dispiaciuto. Tuttavia sono necessari altri approfondimenti» riporta il legale del ragazzino, l’avvocato Enrico Scolari del foro di Ivrea. Le indagini sono ancora in corso: i pm Vitina Pinto (Procura dei minori) e Alessandro Aghemo (Procura ordinaria) hanno affidato l’autopsia sul corpo della vittima, svolta già ieri dal medico legale Fabrizio Bison.

L’obiettivo é ricostruire nel dettaglio cos’è successo la notte di venerdì 23 agosto, quando Moutik ha ricevuto una coltellata al cuore sotto il ponteggio di corso Giulio Cesare 25. Il 16enne assicura che il pugnale non fosse suo e che non volesse colpire il connazionale 26enne: «Ce l’avevo in mano ma è stato lui a venirmi contro» è la difesa del presunto killer, scappato in Marocco sabato mattina e tornato mercoledì su consiglio dei genitori (che sono separati e vivono fra Torino e Modena).

Il giovane ha ammesso anche il precedente della tentata violenza sessuale: la sera prima dell’omicidio i due si sarebbero incontrati in Barriera di Milano, avrebbero fumato e bevuto vodka, poi sarebbero andati insieme in un garage. Qui, alle 5.30 del mattino, Moutik avrebbe allungato le mani sulle parti intime del 16enne. Che sarebbe scappato, inseguito dallo spacciatore. I due si sarebbero poi incontrati il venerdì: c’erano anche altre persone ma, secondo il presunto assassino, non si trattava di una spedizione punitiva. All’accoltellamento era presente, secondo le indagini, anche il 19enne marocchino che era stato interrogato in questura la sera stessa dei fatti. Ora è sparito ed è stato inserito nel registro degli indagati, assistito d’ufficio dall’avvocato Felice Cellino.

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