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Sanità

Perché gli italiani rifiutano la donazione di organi: un aumento delle opposizioni nel 2025

Il 48,4% degli over 60 si oppone alla donazione, con un incremento del 3,4% delle opposizioni rispetto al 2024

Perché gli italiani rifiutano la donazione di organi: un aumento delle opposizioni nel 2025

Lo scorso 11 aprile si è celebrata la Giornata nazionale dedicata alla donazione e al trapianto di organi e tessuti. La data è stata ufficializzata dal Ministero della Salute tramite un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 marzo. Lo slogan scelto per sensibilizzare i cittadini quest’anno è: “E tu, hai già detto sì? Donare è una scelta naturale?”, un invito rivolto a tutti i maggiorenni a riflettere sull’importanza di questo gesto altruistico.

"Donare gli organi è facile, non costa nulla e soprattutto è l'unico modo per salvare la vita a chi aspetta un trapianto" ha ricordato Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti.

Ad oggi, nel database del Centro Nazionale Trapianti – organismo che opera sotto l’egida del Ministero della Salute – sono state registrate oltre 22 milioni di dichiarazioni: circa 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni.

Nel primo trimestre del 2025 si è osservato un incremento del 3,4% nei “no” rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre le astensioni sono leggermente calate dello 0,6%. Analizzando i dati demografici, emerge che i cittadini più favorevoli alla donazione appartengono alla fascia d’età tra i 40 e i 50 anni: qui il 68,6% ha espresso parere positivo, contro un 31,4% di contrari.

A mostrare maggiore incertezza sono invece gli over 60, con un tasso di opposizione salito al 48,4% rispetto al 45,5% dell’anno scorso. Anche tra i giovani adulti (18-30 anni) si è registrato un lieve aumento delle opposizioni: dal 33,6% del 2024 al 37,9% nei primi tre mesi del 2025.

Cos'è che spaventa della donazione? Sono in molti a dichiarare il timore che, un possibile "sì" alla donazione, possa portare i medici a smettere di curarci adeguatamente, pur di avere un donatore in più.

In realtà, in Italia, la commissione di medici che certifica la morte è indipendente e distinta dall'equipe che eseguirà il prelievo e il trapianto. Non c'è alcun rischio per i donatori di ricevere un trattamento diverso. Inoltre, per donare gli organi la persona deve essere morta, mentre nello stato vegetativo o il coma gli organi rimango ancora in funzione e non si possono donare.

Ad oggi, per esprimere la volontà di donare gli organi, basterà esprimerà la propria preferenza al momento del rinnovo della carta d'identità. Un sistema che ha permesso, solo nel 2024, di effettuare un trapianto a oltre 4600 persone.

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