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Sempre più richieste per le seconde case in montagna

Domanda in continuo aumento, rendimenti in ascesa e nuovi sviluppi residenziali: il mercato immobiliare d’alta quota conquista famiglie e investitori

Sempre più richieste per le seconde case in montagna

La casa in montagna non è più solo un rifugio invernale. Anche nei mesi caldi, quando il turismo tradizionalmente guarda al mare, le località alpine e appenniniche stanno vivendo una vera e propria crescita immobiliare, con prezzi in aumento, canoni d’affitto più alti e nuove residenze in costruzione. Un trend confermato da un’analisi di AbitareCo, che ha mappato l’andamento del mercato in quaranta località montane italiane. L’interesse per l’alta quota si dimostra costante e in forte espansione, trainato da motivazioni che vanno ben oltre la vacanza tradizionale: natura, benessere, aria pulita e rendimento sono le parole chiave di un fenomeno che coinvolge sempre più famiglie e investitori.

Le montagne italiane stanno diventando sempre più attrattive anche durante l’estate, stagione in cui fino a pochi anni fa le località marittime dominavano incontrastate. A spingere verso l’alto l’interesse ci sono diversi fattori: il desiderio di ambienti meno affollati, la ricerca di una qualità della vita migliore e un sempre più diffuso concetto di vacanza-benessere (legata alla presenza di spa, centri termali e strutture per il relax).
Secondo il report di AbitareCo, le piccole frazioni montane stanno attirando un pubblico in cerca di tranquillità e autenticità, lontano dal turismo di massa. A queste tendenze si aggiunge anche un altro elemento chiave: l’innalzamento delle temperature estive, che spinge molti vacanzieri a cercare fresco e sollievo in alta quota, anche solo per una o due settimane.

La convenienza economica rappresenta un ulteriore motore di crescita. Escludendo le località di fascia alta, i prezzi medi di acquisto e affitto in montagna restano più accessibili rispetto al mare, permettendo buoni rendimenti a chi sceglie di investire. L’utilizzo bivalente degli immobili - d’inverno per lo sci, d’estate per escursioni, cicloturismo e sport all’aria aperta - ha ridotto sensibilmente la differenza tra rendimenti stagionali. Se nel decennio 1990-2000 la forbice tra inverno ed estate superava i tre punti percentuali, oggi la media del rendimento estivo lordo (da giugno a settembre) per un bilocale in affitto è del 6,1% annuo.

Il comparto attira ormai anche gli investitori istituzionali. Ne è un esempio il recente progetto inaugurato a Courmayeur da Castello Sgr e Marriott International: si chiama Le Géant ed è il primo complesso in Europa del marchio Apartments by Marriott Bonvoy. Il progetto comprende 44 unità abitative, dai monolocali ai pentalocali, e offre posteggi, area wellness e palestra
La crescita della montagna non è legata esclusivamente al turismo. L’ammodernamento delle infrastrutture, dai trasporti pubblici agli impianti sportivi, sta rendendo molte località adatte anche a soggiorni prolungati o a nuove forme di residenzialità flessibile, come il lavoro da remoto. Una trasformazione che apre prospettive interessanti anche sul piano sociale e demografico.

In un contesto in cui il clima cambia e i modelli abitativi evolvono, la montagna italiana si candida quindi a diventare non solo una destinazione di svago, ma anche una nuova frontiera abitativa e di investimento stabile.

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