TRIBUNALE
Quattro mesi di reclusione per lui, assoluzione per lei. È la richiesta del pm Giorgio Nicola per i due ginecologi, padre e figlia, imputati a Torino per interruzione colposa di gravidanza. La sentenza è attesa in autunno. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe eseguito in modo scorretto un’amniocentesi, causando un’infezione da stafilococco in una paziente incinta di due gemelli, poi nati morti l’11 gennaio 2019. La figlia, invece, non avrebbe prescritto in tempo un antibiotico.
Ma, ha spiegato il pm in aula, «è impossibile accertare un nesso causale con l’aborto». La donna — anche lei medico — aveva scelto quel centro per fiducia personale. Dopo l’esame, febbre, dolori e perdite. In ospedale le comunicarono che il parto era iniziato.
Secondo i periti, l’infezione è compatibile con l’amniocentesi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Giorno, Franco Camerino e Antonio Gilestro.
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