Lo schiaffo di Stellantis sulla Gigafactory non priva solo Torino della possibilità di rilanciare un’economia traballante e di aumentare l’occupazione, ma fa registrare anche una doccia fredda sul rilancio degli spazi dismessi di Mirafiori. Soprattutto se si pensa che, nella città dell’auto, le aree industriali abbandonate abbondano. A cominciare proprio dalla stessa Mirafiori, il più grande complesso industriale italiano nonché più antica fabbrica automobilistica d’Europa.
Qui, il progetto del Manufacturing center è in ballo dal 2005, anno della costituzione di Tne, la società d’intervento nata grazie a Regione, Provincia, Comune, e Fiat. Cosa è stato fatto finora? Zero. Perché a dispetto dei soldi già stanziati e delle tante promesse, ci sono problemi, anche burocratici, ad esempio perché il Politecnico non ha ancora concluso l’iter per acquistare l’area, grande la bellezza di 300mila metri quadrati.
Dall’altra parte della città, a nord, ecco il dismesso e gigantesco stabilimento Teksid, tra le vie Borgaro, Val della Torre, Thouar e Nole. Qui c’erano le ferriere Fiat Ingest, costruite nel 1939, prima della Seconda guerra mondiale. Ceduto - insieme a tutti gli altri stabilimenti delle Ferriere - all’Iri nell’82, il complesso è stato chiuso nel 1992. Ad oggi, l’ex rudere industriale è senza futuro e i suoi inquilini sono senzatetto e tossici che sfidano reti e filo spinato per accamparsi al suo interno.
E poi ci sono le vecchie fonderie Nebiolo di via Bologna, complesso industriale degli anni ‘20 che, quando era stato costruito, era il primo in Europa a utilizzare l’energia elettrica per scaldare le macchine da fondere. Dismesso negli anni ‘70, qui la promessa residenza universitaria non è mai arrivata. Così come non è ancora partito nulla alle Officine Grandi Motori tra corso Vercelli e via Cuneo. Settantamila metri quadri che borgo Aurora aspetta da una vita di vedere riqualificati. In più occasioni, i comitati di zona hanno manifestato per vedere cancellato il degrado. Il Comune ha assicurato che l’iter è partito un anno fa e che la variante al piano regolatore arriverà entro la fine del mandato pentastellato. Non resta che aspettare.
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Così come in corso Bramante si aspetta la ripartenza per la costruzione del supermercato Esselunga dove prima c’era la maxi concessionaria e accanto l’officina di riparazioni. Dopo lo stop del Consiglio di Stato, Palazzo Civico ha riscritto la deroga al piano regolatore per far tornare gli operai. E tutto questo senza parlare di cosa la Fiat ha lasciato nei dintorni di Torino, dall’Allis di Borgaretto che oggi è un grande bosco, all’Altissimo di Moncalieri dove si facevano i fanali alle macchine ma oggi c’è degrado. E poi gli altri, troppi ruderi sparsi per tutta la provincia.
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