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Dai bombardamenti all’emergenza Covid: «Non ci arrendiamo»

QuartoPotere
Il Premio Commercio Quarto Potere 2021, fortemente voluto da Confesercenti Torino e dalla Fondazione Quarto Potere, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, ha consegnato ieri sette premi. Alla cerimonia in Sala delle Colonne ha partecipato anche l’assessore al Commercio del Comune di Torino Paolo Chiavarino, in rappresentanza della Città.

Combattenti. Cavalieri. Custodi di piccoli pezzi di storia della nostra città. Sono sette, i commercianti premiati ieri nell’ambito del Premio Commercio Quarto Potere 2021, che vuole mettere in luce le storie e i volti di coloro che, con il proprio lavoro quotidiano, svelano una città che non si piega e vuole guardare oltre le brutture delle pandemia. «Quando mia mamma lavorava in negozio, nel 1944, si chiudeva per via dei bombardamenti» racconta Gianni Bertetti, titolare dal 1992 di “Elide Profumeria” in Galleria Umberto I. «Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora - prosegue -. Ma io sono ancora qui. A qualcuno posso sembrare un po’ naïf, ma intanto il mio negozio è aperto da oltre 60 anni».

È passato più di un secolo invece da quando il trisnonno di Edoardo Cavagnino, insieme al genero, prese in mano la gestione di Pepino, la storica gelateria di piazza Carignano, oggi tra le più antiche ancora in attività di tutta Europa. «Siamo sopravvissuti a due guerre mondiali, a crisi politiche ed economiche» ricorda Cavagnino ritirando il premio, consegnatogli dal presidente di Confesercenti Torino Giancarlo Banchieri, insieme al nostro direttore Beppe Fossati. «Chi ha una storia come la nostra alle spalle ha la scorza dura per andare avanti». Come? «Non fermandosi mai - risponde secco -. Se non ci si innova, si diventa obsoleti. E questo è un tranello in cui il commercio non deve cadere». E conclude: «Dumse n’andi!».

Mastro nell’arte del darsi da fare è anche Andrea Perino, titolare del celebre panificio di via Cavour, famoso per la grande varietà di pani fatti in casa. «C’è solo un problema - attacca -: nessuno vuole più fare il panettiere. È un mestiere molto duro, gli orari sono difficili, ma dobbiamo essere innovativi. Oggi per avere un’attività serve avere bilanci in ordine ed essere appetibili sul mercato». Una buona dose di passione poi non guasta. Ne è la prova Chiara Vesco, che ieri non ha potuto ritirare il premio di persona perché impegnata personalmente nel confezionare i panettoni per l’Immacolata. Condivide il premio con la moglie, con cui per oltre vent’anni ha gestito la tabaccheria di Venaria, anche Alberto Alberetto. «La vita da commerciante mi ha dato gioie e dolori - racconta -, ma non dimentichiamoci che il bottegaio è il sale e la vita della città».

Ne ha viste tante in 36 anni di attività anche Diego Terreno, agente di commercio in pensione. «Mi chiamano “memoria storica”, ma non mi piace tanto perché mi fa sentire il peso dell’età» scherza l’ex vicepresidente di Confesercenti. Classe 1935, raccoglie gli applausi per essere ancora in affari Giovanni Vinardi. «La mia ditta è nata nel 1926 - si guarda indietro -. Sono sempre stato al servizio della collettività e oggi, in pensione, sono presidente dell’associazione commercianti di via». I punti vendita “Piediluna” al momento sono tre a Torino e in pista per l’azienda di famiglia è sceso anche il figlio Marco. «È stata veramente dura in alcuni momenti» rivela Vinardi senior e il pensiero va ai lavori infiniti della metropolitana.

«I grandi cantieri sono fondamentali per la città, ma hanno distrutto il piccolo commercio» coglie la palla al balzo Banchieri. «C’è bisogno di aiuto concreto da parte del Comune, non basta non far pagare la Tari. Serve aiutare il commerciante negli affitti e nel reddito, per far sì che quella attività sia ancora in piedi alla fine del cantiere». Il messaggio pare arrivare dritto verso l’assessore Paolo Chiavarino, ieri presente alla consegna dei premi. «Il commercio non è solo economia, è cultura» sottolinea l’assessore e annuncia, per i primi di febbraio l’avvio «di un importante distretto unico del commercio».

Nel frattempo, i commercianti continuano a innovare. Ne sa qualcosa Andrea Bertelli, libraio di professione e coraggioso di natura. In piena pandemia infatti Bertelli ha rilanciato la sua libreria “La gang del pensiero” di corso Telesio, incrementandone il personale. «Siamo piccoli ma abbiamo la forza della nostra passione e l’elasticità di adattarci in ogni situazione». Così anche le vetrine dei negozi di vicinato si allargano ai social network. Un po’ più digitali, ma mai arresi.

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