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Palcoscenico

Vincenzo Salemme: «Ecco il mio "Natale in casa Cupiello"»

Oltre 40 persone impegnate nel capolavoro di Eduardo De Filippo in scena al Teatro Alfieri di Torino dal 28 dicembre al 7 gennaio

Vincenzo Salemme

Vincenzo Salemme ha registrato il record di spettatori

Che Natale sarebbe senza Eduardo De Filippo. Che Natale sarebbe senza il calore di un salotto in puro stile partenopeo dove le bucce dei mandarini sulla tavola chiudono pasti infiniti fra vino rosso e spumanti. Che Natale sarebbe senza parenti, pettegolezzi, presepi e coperte scozzesi. Che Natale sarebbe senza "Natale in casa Cupiello", il classico dei classici nato dalle semplicità geniale di Eduardo che sta per arrivare a Torino fiore all'occhiello del palinsesto del Teatro Alfieri che lo propone dal 28 dicembre al 7 gennaio.

E a portarlo in scena in una edizione da record acclamata in tuta Italia, Vincenzo Salemme, interprete e regista di uno spettacolo nuovo ma, allo stesso tempo, fedele all'originale.

«Mi sono avventurato nel capolavoro di Eduardo, mettendo in piedi una macchina pazzesca, davanti e dietro le quinte, a cui lavorano più di 40 persone - spiega Salemme - Portare in scena per la prima volta un'opera così fondamentale per il teatro italiano è stata una gioia immensa. Attraverso il meraviglioso testo di Eduardo, respirando e sue parole ho potuto riscoprire una civiltà culturale che credo si stia affievolendo nel mondo di oggi. Anche per questa ragione, quindi, non potrei essere più felice di averlo ritrovato sul palco».   

E lo sono anche i 42mila spettatori conquistati durante le 7 settimane di presenza a Napoli per una serie di sold out. 

Uno spettacolo nelle viscere dello stesso Salemme che iniziò a muovere  i primi passi nel mondo del teatro, incontrando proprio il Maestro Eduardo nel 1977: «Andai a Cinecittà per provare a fare la comparsa in qualcuna delle sue commedie che stava registrando per la Rai. E lo incontrai in una pausa della lavorazione. Aveva sulle spalle lo scialle color vinaccia pallido, un camicione da notte e i mutandoni che finivano dentro i calzettoni di lana. Era il costume della commedia più bella, più amara, più divertente, più sentimentale, più intensa, più malinconica, più festosa, più struggente della storia: Natale in casa Cupiello. Sono passati, da allora, ben 46 anni. Nel frattempo, sono diventato attore a tempo pieno e, dopo aver avuto il privilegio di lavorare con Eduardo nei suoi ultimi due anni di palcoscenico, ho potuto continuare a frequentare il suo magnifico teatro grazie ai 12 anni nella compagnia del figlio Luca. Poi da più di 30 anni scrivo e metto in scena commedie e spettacoli scritti da me. E ho avuto anche la fortuna di lavorare nel cinema come attore, regista e sceneggiatore».

Tra i protagonisti più apprezzati dello Spettacolo, da più di 30 anni Salemme scrive e mette in scena commedie e spettacoli scritti da lui, spesso portati al Cinema, dove lavora con successo come attore, regista e sceneggiatore. «Ma la voglia di tornare in quella casa degli anni ‘40 del secolo scorso, di sentire il freddo del dopoguerra addolcito dai preparativi del presepe, la voglia di rivedere quel prototipo di bamboccione, indimenticabile nelle sembianze di Luca De Filippo, la voglia di sentire le  zampogne a fare da colonna sonora alla forza travolgente e incontrollabile delle passioni della figlia, la voglia di rivedere la potenza disperata di Concetta/Pupella, le sue lacrime di fronte al pericolo della disgregazione familiare, la voglia di abbracciare la tenera impotenza di Luca Cupiello di fronte alle promesse disilluse della vita, quella voglia non mi ha mai lasciato. Ecco perché ho deciso di mettere in scena questo capolavoro. E di farlo come io ho imparato a fare in questo mestiere. Con semplicità e amore. Amore per le mie origini, amore per Eduardo, per Luca, amore per quei Natali passati davanti alla televisione per scaldarci il cuore tra una manciata di struffoli e una giocata a tombola».

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