Cerca

Novi Ligure, l’ex capoluogo che fa rima con i dolci e i vini

NoviLigure

Ligure, sì. Ma solo dal 1863; prima, questo comune all’estremità orientale del Piemonte si chiamava semplicemente Novi. Ma perché “Ligure”, se in Piemonte? Perché la storia di Novi è più legata alla Liguria che all’entroterra. Non è un caso: l’Alessandrino in generale ha una storia a parte, stretta tra Piacenza, Milano e Genova. L’indice della sua vicinanza a Genova è la bandiera di Novi, assai simile a quella della Superba Repubblica (la cosiddetta Croce di San Giorgio, al cui centro, nel caso di Novi, si staglia una croce bianca più piccola).

Terzo in popolazione nella provincia dopo Alessandria e Casale, Novi: per la sua importanza fu capoluogo di una provincia a sé stante, nel Regno di Sardegna dei Savoia, poi confluita nella provincia di Alessandria a causa della Legge Rattazzi. Allora, la soppressione della provincia fece un grande scalpore e fu oggetto di accese proteste: perché annettere il novese al Piemonte e non alla vicina Liguria? L’aggettivo “ligure”, così, fu concesso per conservare il carattere storico-culturale della città. Ma perché il nome Novi? Il toponimo si deve forse al latino Curtis Nova, cioè borgo nuovo: si sarebbe trattato di una comunità rurale nuova, sorta nel Medioevo.

Inizialmente fu parte della Marca Obertenga, quindi gestita dai pavesi e quindi fu eretta in Libero Comune, entrando a far parte del Marchesato di Monferrato in più periodi e soggiacendo alla signoria del condottiero Facino Cane all’inizio del Quattrocento, quindi degli aristocratici liguri Fregoso. Poi, dal 1447 al 1797, Novi fu soggetto alla dominazione genovese: un dominio lunghissimo che legò indissolubilmente la comunità novese a Genova. Il viaggiatore settecentesco Jacques de Brosses ebbe modo di annotare: «Novi è l’ultima città dello Stato di Genova: si vanta come la sua metropoli, di possedere affreschi e sorbetti eccellenti». Dovevano essere davvero buoni, quei sorbetti, per attirare l’attenzione del de Brosse. Sorbetti e industria dolciaria che rimase una caratteristica della città. Poi, nell’anno 1797 si svolse in prossimità di Novi una grande battaglia tra i francesi del generale Joubert (che morì nello scontro) e le forze austro-russe giunte in soccorso dei piemontesi e dei lombardi per cacciare i conquistatori giacobini.

Il nome Novi è stato poi accostato in un secondo tempo all’indotto dolciario e vinicolo che verte attorno alla cittadina, con industrie come la Pernigotti, alla Dufour, alla Saiwa, alla Novi-Elah, alla Campari, oltre alle numerose cantine dedicate alla produzione del Cortese di Gavi, docg tipico del Novese. In tempi più recenti, in età mediatica, Novi Ligure divenne celebre suo malgrado per l’efferato delitto del 21 febbraio 2001, un vero e proprio caso che fece inorridire e appassionò l’Italia; passato cupo che la città sta cercando di dimenticare per valorizzare la sua ricca e variegata storia.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.