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Allamano, Cafasso, Don Bosco: Castelnuovo è il paese dei santi

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Tremila anime circa, una più una meno. Ma una storia grande e una curiosità: Castelnuovo don Bosco (fino al 1930 Castelnuovo d’Asti) è uno dei paesi della provincia italiana che hanno dato i natali al maggior numero di santi nella storia. Se poi si scopre che tutti questi santi uomini sono vissuti in uno spazio di tempo ridottissimo, a cavallo tra Sette ed Ottocento, si scopre che Castelnuovo don Bosco è un luogo davvero singolare, unico nel suo genere e di sicuro interesse per tutti, siano i cattolici che i liberi pensatori. Vi nacquero infatti san Giovanni Bosco, che ha contribuito a ribattezzare Castelnuovo con il suo nome e poi san Giuseppe Cafasso, il parroco degli impiccati, e ancora il beato Giuseppe Allamano.

Un paese di santità che, unita ai popolarissimi san Domenico Savio e la venerabile Margherita Occhiena, madre di don Bosco, aggiunge due nuovi volti al “medagliere” di santità di questo borgo del Monferrato astigiano, dominato da una mole smodata, quella della basilica di don Bosco, eretta tra il 1961 ed il 1966. Una chiesa imponente, con 700 posti a sedere in ognuno dei due piani (c’è anche una chiesa ipogea) che la contraddistinguono. Un elemento che caratterizza il paesaggio, essendo visibile per chilometri. La cittadella salesiana è ancora oggi il principale polo di attrazione di Castelnuovo, mèta di migliaia di pellegrini da tutto il mondo e specialmente dal Sud America, dove la presenza dei salesiani è fortissima. Bardella, Cascine Grosse, Morialdo, Il Bricco, Nevissano, Mistrassi e Vironi, Mondonio, Garesio, Ranello, Madonna della Neve: i nomi di alcuni delle borgate di Castelnuovo sono noti in tutto il mondo, anche perché alcune di esse sono legate a filo doppio alla vita di don Bosco.

Un tempo, Castelnuovo - fondato nel lontano Medioevo - fu diviso in due dai signori di Riva e dai conti di Biandrate , fino a quando fu ceduto dagli imperatori tedeschi ai marchesi del Monferrato. Successivamente fu sotto il comune di Asti, poi feudo dei signori di Rivalba e di quelli di Piea, fino al ritorno nel Monferrato. Successivamente fu acquisito dai Savoia. Fu feudo dei Simiana fino alla fine del XVIII secolo. I resti del suo passato sono ancora ben visibili. Deliziose cappelle agresti punteggiano le campagne castelnovesi, dando esse un’immagine di religiosità contadina e di campagna italiana.

A proposito di vita contadina: esiste ancora la vecchia casa del santo dei salesiani, diventata un museo visitabile dai turisti. Ed esiste anche un apprezzato museo della vita contadina, che raccoglie oggetti di uso comune nelle campagne piemontesi tra Otto e Novecento. Vita rude dei nostri avi, che qui a Castelnuovo erano dediti alla coltivazione della vite - freisa e malvasia in modo particolare, ma anche del barbera e del grignolino.

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