Vladimir Putin chiama i russi alla mobilitazione preparandosi a gettare sul campo di battaglia almeno 300mila riservisti, se non di più. E il mondo adesso teme la guerra nucleare. O almeno una escalation militare sull’Ucraina, guardando ai Paesi confinanti e, di riflesso, all’intero Occidente che considera il vero nemico. Italia compresa, ovviamente. Lo zar ha parlato ieri mattina al suo popolo, dopo aver tenuto sulla corda gli osservatori internazionali per una notte intera, dopo aver annullato con un generico «andate a dormire» l’appuntamento di martedì sera. Una malizia per aumentare la tensione oppure un ripensamento su dichiarazioni ancora più aggressive? Questo ce lo dirà la storia. Ma intanto quella che lui si ostina a definire «operazione militare speciale» si arricchisce di nuove, pesantissime, minacce. Compresa quella nucleare che i suoi generali accarezzano da tempo: l’uso di ordigni atomici tattici che possono cambiare il volto della guerra e fare terribili devastazioni. Una sorta di anticamera al peggio. Così quando Putin dice che «lo scopo di questo Occidente è arrivare a indebolire, disgregare e distruggere il nostro Paese… con piani concepiti da tempo, rischiando una catastrofe nucleare alla centrale di Zaporizhzhia», le sue parole vanno lette come una sorta di ultimatum che va oltre all’Ucraina, descritta come «carne da cannone». «La Russia dispone di diversi sistemi d’arma… anche più moderni di alcuni Paesi Nato. E di fronte a una minaccia all’integrità territoriale del nostro Paese, noi useremo ogni mezzo a nostra disposizione. Questo non è un bluff». Le reazioni sono state pesanti, anche sul suolo russo, con manifestazioni nelle principali città e centinaia di arresti. La gente non ci sta a morire sui campi gelati di battaglia. Ma le borse europee vedono scattare al rialzo i titoli della difesa quotate sulle Borse europee: Rheinmetall, Leonardo, Thales e BAE Systems sono balzati tra il 5,1 e il 10 per cento. La guerra, anche se solo annunciata, fa gola. Nonostante tutto.
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