l'editoriale
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18 Marzo 2021 - 09:02
«Siamo passati dalla procedura della disciplina al codice del controllo. Ogni individuo è isolato, messo in concorrenza con il suo simile. E quando il tutto è frammentato, schizofrenico, è più facile da sorvegliare, regolare, reprimere». Così, sul Web, si presentano i Diavoli, un collettivo nato sulla spinta di Guido Maria Brera, big della moderna finanza, uno che a trent’anni scarsi fondava un grande gruppo e che ora, da romanziere, mette in luce le deviazioni, gli ingranaggi stritolatori del sistema. Non a caso “I diavoli” era la serie Sky tratta da un suo libro. «Il capitale si è fatto macchina, intelligenza artificiale in contrapposizione al lavoro vivo dell’umano, da cui estrae valore in continuazione. Il capitale è pervasivo, totalizzante, è ovunque: in ogni nostra parola, passo, gesto, click. Non si limita a mettere a profitto i desideri e le emozioni, li crea a sua immagine e somiglianza. L’essere umano, separato dagli altri, si riduce a sua articolazione. Noi siamo la sabbia negli ingranaggi di questo sistema».
Immaginate allora un mondo di domani, o forse solo una visione di quello di oggi, o magari ancora di quello che sarà fra poche ore: dopo la pandemia, gli individui vivono in una solitudine dedicata, stabile, in un isolamento causato dall’avanzare della modernità, della tecnologia, dal sopravanzare di un falso ottimismo che cancella la speranza perché di quella non c’è bisogno, potrebbe solo inculcare idee sovversive. In questo mondo irriconoscibile eppure distinguibilissimo, c’è una entità, un algoritmo che sovrintende a tutto e orwellianamente ripete tramite il suo volto e nume, moderno Pangloss, «tutto va bene, tutto andrà bene». E non sono lenzuola appese alle finestre...
In questa città cannibale di “Candido” (La nave di Teseo, 18 euro), il romanzo di Guido Maria Brera con i Diavoli, la società è rigidamente divisa e codificata: ci sono i quartieri “inclusi” e inclusivi e quelli “esclusi”, agglomerati oltre barriera, dai quali la servitù dei privilegiati emerge ogni mattina per oltrepassare i controlli serrati e produrre, ricevendo in cambio crediti che servono per ottenere cibo, medicine e via dicendo. Ogni infrazione ai codici costa dei crediti. Tra gli esclusi c’è Candido, che è la rielaborazione moderna del personaggio di Voltaire, un Candido che vive con la madre in un misero appartamento e fa il rider, sempre in sella alla sua bicicletta e convinto, non dall’ottimismo di cui era preda il suo “antenato” ma dell’indottrinamento moderno. Ha anche lui la sua Cunegonda, che è una relazione virtuale, social, stabilita e strutturata con le sue fossette e il suo broncio da quell’algoritmo per cui si vive nel migliore dei mondi possibile, così che gli sfruttati non abbiano a pretendere di più, non abbiano a desiderare di farsi se non élite almeno quella fascia intermedia che gode di vantaggi e della convinzione di essere al di sopra dei vari Candido.
Un romanzo distopico, o disturbante, comunque. Un futuro vicino? «Io dico che il futuro che raccontiamo - ha spiegato Brera all’Espresso - è un futuro tra cinque minuti, perché in Cina è già realtà. Quello che abbiamo voluto fare con il collettivo i Diavoli è stato isolare tutto questo, una forma di capitalismo della sorveglianza. Credo che ci sia un mondo rivoluzionario che deve venire fuori in chi legge questo libro».
E così Candido, come i tanti centauri in bici e smartphone al braccio che di fatto tengono vive le nostre città in lockdown, pedala già, non più sorridente, tra le città in rovina, i palazzi sventrati dai droni dell’esercito. La ribellione è iniziata.
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