Pochi scrittori si sono cimentati nell’ardua e, allo stesso tempo, affascinante impresa di scrivere la vita dopo la morte. Stefano Luti, scrittore toscano, torinese di adozione, da oltre 40 anni, è uno di loro. Il suo romanzo "Una goccia d’amore oltre la morte" (Extempora edizioni), scritto con il sensitivo Antonio Cristiano, è un viaggio inedito attorno alla vita e l’oltre vita che lascia esterrefatti.
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Il romanzo, fortemente autobiografico ma anche spirituale ed esoterico, ha vinto il 15 giugno scorso il 7° premio del concorso nazionale letterario Città di Siena. Al centro del racconto, ambientato a Torino, il nefasto presagio di morte di una giovane ballerina inglese, Alison Jane Griffiths che si dirige in Europa proprio per fuggire al suo destino. A Torino incontra l’amore, Davide Ravelli, scrittore divorziato da poco. Il loro è un amore travolgente, ma dura poco perché la morte raggiunge la donna.
Davide è sconvolto dal dolore. Ripercorre i luoghi dove sono stati insieme, fino in Cornovaglia, al castello di Tintagel dove vede il suo amore in un controluce crepuscolare. Per non impazzire, Davide chiede aiuto all’amico e sensitivo Antonio Romano che gli narra la sua esperienza con un'entità femminile del Duecento, Nivola.
«Antonio – come spiega Stefano Luti - farà capire a Davide come la realtà sia qualcosa di più esteso di ciò che si percepisce con i sensi come reale». Tra prosa poetica, poesie e sonetti medioevali, il finale è lasciato ai lettori. Il libro è acquistabile nelle migliori librerie e online.
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