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Jessica Costanzo: «Noi politici non possiamo limitarci a tagliare i nastri alle inaugurazioni»

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Jessica Costanzo

Sabato 3 luglio si è svolta ad Andezeno, in Villa Simeom, la cerimonia di donazione all’Ospedale Molinette di Torino dell’innovativo macchinario MP100 Storz Medical a onde d’urto radiali per trattare la spasticità dei malati da parte dell’Associazione 160CM. L’anima di questa iniziativa è il fondatore e presidente dell’Associazione 160CM, Fabio “Wolf” Guglierminotti, l’ex pugile che combatte la sclerosi multipla con la bicicletta. Presente a Villa Simeon anche la deputata Jessica Costanzo.

Onorevole Costanzo, lasciamo per un attimo il mondo della politica e ci racconti della sua amicizia con Fabio “Wolf”?

«Ho conosciuto Fabio almeno dieci anni fa, tramite amici in comune, e fin da subito mi è sembrata una persona iperattiva e un grande sportivo».

Poi nel 2011 la doccia fredda...

«Sì, nonostante il suo stile di vita sano gli viene diagnosticata la sclerosi multipla e da lì scopro tutto il potenziale e la straordinarietà di Fabio. Non si dà per vinto, anzi, inizia a raccontare sul suo blog 160cm.it il mondo e la malattia, visti da una prospettiva nuova, 160 centimetri di altezza: la visione che si ha dalla sella della bicicletta. Ma oltre a macinare centinaia e centinaia di km per l’Europa, conosce un team straordinario di professori che gli permette di beneficiare di una cura sperimentale. Sentiti i benefici Fabio cosa fa? Si preoccupa per gli altri e si chiede perché queste cure non possano essere a libero accesso per tutti i malati di sclerosi multipla. E così non si arrende, ci crede, convince tutti noi e parte una raccolta fondi per acquistare il macchinario e donarlo all’ospedale Molinette».

Qui però in qualche modo tocca un tema delicato, quello della continua privatizzazione della sanità che di fatto impedisce le stesse opportunità di cure per tutti.

«Sì, con amici e conoscenti non ci siamo tirati indietro e abbiamo lavorato assiduamente per raggiungere la quota necessaria all’acquisto».

E lei, controllando la piattaforma gofoundme, ha contribuito parecchio. Però non ha partecipato al taglio del nastro organizzato a Villa Simeom con le autorità: come mai?

«Ho preferito stare con gli amici di Fabio e donare solo la mia testimonianza come sua amica, senza fregiarmi del titolo di Onorevole. Fabio ha fatto un’opera di solidarietà straordinaria arrivando dove le istituzioni e la politica non arrivano, mi sarei sentita imbarazzata ad arrivare all’ultimo minuto e tagliare il nastro senza contribuire minimamente al progetto, anche perché erano le stesse istituzioni a beneficiarne».

Insomma è stato un gesto per rimarcare una dei principi in cui crede ancora: via la politica dalla sanità?

«Certo, credo che le istituzioni abbiano grandi responsabilità e anche noi politici non possiamo limitarci a tagliare solo i nastri alle inaugurazioni, lo dobbiamo per tutte le persone straordinarie come Fabio».
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