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Stermina la famiglia, uccide le due figlie e si getta nel fiume

verona

«Voglio che mi dicano la verità, voglio sapere come sono morte le mie bambine e perché è stato possibile che accadesse tutto questo». Ruwan Kiriwellage è un uomo minuto che dimostra meno dei suoi 38 anni. Arrivato in Italia dallo Sri Lanka quand’era adolescente, oggi abita a Verona e fa l’operaio in uno scatolificio. È il papà dell’undicenne Sabadi e della piccola Sandani, 3 anni, le due bambine uccise martedì scorso in una casa protetta di Verona. A soffocarle è stata la mamma, Sachithra Fernando Mahawaduge, che poi si è tolta la vita gettandosi nel fiume Adige, dove mercoledì pomeriggio è stato ripescato il corpo. «Mia moglie era sempre stata una buona mamma. Ma la verità è che aveva dei problemi mentali, per questo avevo suggerito agli assistenti sociali di affiancarle uno psicologo», racconta Ruwan.

L’uomo sostiene che la strage poteva essere evitata: «Avevo chiesto che Sabadi e Sandani fossero affidate ai miei genitori. E avevo ripetuto diverse volte che mia moglie aveva bisogno di cure, di parlare con uno specialista. Qualcuno ha lasciato che le bambine mi venissero portate via dalla madre per dei fatti che non ho mai commesso, e almeno adesso merito delle risposte. Anche se oramai è troppo tardi. Finché ho potuto, con la maggiore trascorrevo tutti i pomeriggi, appena tornavo a casa dal lavoro. La portavo al parco giochi, ci divertivamo insieme. Della più piccola, purtroppo, ho pochissimi ricordi perché la mamma l’ha portata via quando aveva pochi mesi: se chiudo gli occhi, mi vedo mentre la tengo in braccio».

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