l'editoriale
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29 Aprile 2021 - 08:28
E’ uno dei laghetti storicamente più belli della città ma proprio come i suoi vicini di casa, la monorotaia e il Palazzo del Lavoro, non gode più di ottima salute. Il bacino artificiale di Italia ‘61 è da tempo croce e delizia del grande parco che si affaccia su corso Unità d’Italia. Negli anni più che la Città Metropolitana ci hanno pensato le pulizie dei volontari di Torino Spazio Pubblico a cancellare sporcizia, plastica e soprattutto dare un colpo all’inciviltà.
Poi, quasi come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il Covid a fare le bizze, così tra lockdown e zone colorate anche le doverose bonifiche hanno dovuto cominciare a fare i conti con la pandemia e i ritardi. «Ora, però, le attività rischiano di saltare - racconta Cesare Carbonari, residente della zona e attivista -. Un problema per tutti gli appassionati di modellismo che qui a due passi da via Ventimiglia trovano un abituale sfogo». Sì, perché lo specchio d’acqua artificiale realizzato cinquant’anni fa per le celebrazioni dell’unità d’Italia è nuovamente ingombro di rifiuti, con l’aggravante dei tanti rametti che cadono dagli alberi e che finiscono per depositarsi sulle sponde.
Un bel cruccio per chi, dunque, vuole organizzare delle manifestazioni nel parco. Il tempo per rimediare, va detto, non manca. E’ infatti da settembre che si comincia a fare sul serio con i modellini di barche e motoscafi nel laghetto, mentre c’è chi spera sempre di poter usare i viali per automobiline e trenini. «Inutile dire - conclude Carbonari -, che la sporcizia nel lago non aiuterà le manifestazioni, che hanno come scopo quello di rilanciare il parco, da troppi anni vittima dell’abbandono e dell’incuria».
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