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La Kastamonu vuole ripartire due anni dopo il grande rogo

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L’incendio del marzo 2019, con la sua colonna di fumo, aveva preoccupato il Pinerolese, ma ora da quelle ceneri, Kastamonu vuol far ripartire l’impianto di via Piscina 2-6 a Frossasco, dove venivano prodotti pannelli truciolari.

Il complesso ex Annovati è stato acquistato a un’asta giudiziaria nel 2017, ma non è mai ripartito. L’incendio e la pandemia hanno frenato la rimessa in funzione, ma il 28 aprile l’azienda ha presentato la richiesta di autorizzazione alla Città metropolitana di Torino, con un progetto curato da Isonorma e da Sgi Ingegneria. «A regime si stima un’occupazione tra le 250 e 300 persone» anticipa Luca Barboni, responsabile ambiente e sicurezza di Kastamonu Italia. L’obiettivo è di produrre pannelli truciolari grezzi e nobilitati con legname di recupero per una percentuale che va dal 60 al 90%, e una capacità annuale di 360mila m³. Tra le novità che la multinazionale turca vuole introdurre c’è un cosiddetto “Energy Plant”, un bruciatore di biomasse da 25 MW, che sarebbe capace di smaltire 90mila tonnellate di biomasse l’anno, di cui due terzi sarebbero polverino e il resto biomasse provenienti dalle attività dell’impianto.

La minoranza di Vivere Frossasco è stata la prima a diffondere la notizia e ha lamentato scarsa trasparenza della maggioranza. Ma l’invito è anche quello di vigilare: «Ci sono questioni da approfondire, per esempio, è importante sapere con quale cadenza e come verranno comunicati i dati sulle emissioni» sottolinea il capogruppo Daniele Castellino, che in passato è stato assessore all’Ambiente.

Il sindaco Federico Comba, però, non è preoccupato e si affida alle analisi dei tecnici che vaglieranno il progetto: «Per noi è una bella notizia, perché in un momento economicamente difficile, un’attività vuole ripartire».

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