l'editoriale
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10 Ottobre 2021 - 07:56
Se in passato a preoccupare gli agricoltori erano i furti di bestiame con il tempo il problema si è spostato ai campi di granoturco. Tra i quartieri Villaretto e Falchera, per esempio, le scorribande di ignoti ingordi - sebbene diminuite con lo sgombero dei campi rom continuano a rappresentare un problema, con buona pace dei titolari delle aziende agricole che non sanno più a che santo appellarsi per tenere lontani i ladri.
Le razzie di granoturco, infatti, si verificano puntuali da anni. Per capire quale sia la portata del danno basti pensare che ogni estate, da giugno ad agosto, sono circa sette le tonnellate di mais che spariscono dalle piantagioni. Il difficile è capire chi siano i colpevoli. Ma camminando lungo i campi di strada Molino del Villaretto, strada Antioca e strada del Villaretto ci si può imbattere in piante spaccate e mais, non ancora buono, gettato per terra. «Abbiamo denunciato nuovamente il caso - spiega Piero Berton -. Le forze dell’ordine non possano guardare i nostri campi 24 ore su 24 ma non è neanche giusto che certi ladri la passino sempre franca».
Il danno è facile da immaginare, almeno considerando l’uso che i coltivatori fanno del mais. Una parte consistente viene utilizzata per sfamare gli animali delle cascine, in particolare i bovini. I coltivatori, infatti, trebbiano il mais quando è maturo prima di farlo seccare e darlo in pasto al bestiame. Quel che resta del raccolto viene invece venduto a chi ne fa richiesta. E poi c’è il problema dei rifiuti. Alcuni vandali hanno cominciato persino ad abbandonare la spazzatura vicino ai campi o addirittura dentro gli stessi. «Più di una volta li ho visti girare attorno alle piantagioni - racconta un altro coltivatore -, ma non posso sempre essere presente giorno e notte per cacciarli».
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