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Ex Diatto, lo studentato fa discutere: «No alla cementificazione del borgo»

ex diatto

Lo stabilimento produttivo, la chiusura, le demolizioni con le ruspe scortate dalla polizia, il cantiere mai partito dei palazzoni e quello in corso per lo studentato. Sono tante le storie da raccontare sull’ex Diatto, il rettangolo tra le vie Frejus, Cesana, Revello e Moretta. Un fiore all’occhiello per quanto riguarda il passato industriale, in quanto prima sede di officine automobilistiche e quindi stabilimento della Snia Viscosa. Poi, con la dismissione della fabbrica i locali sono stati adibiti a magazzini comunali. I problemi sono iniziati nel 2013, con la demolizione degli edifici non più vincolati e la prospettiva di realizzare un complesso residenziale di 200 alloggi e centro commerciale. Un progetto che ha trovato fin da subito l’opposizione di attivisti e centri sociali, in particolare il Gabrio e il comitato SniaRischiosa. Per questo, le demolizioni sono state accompagnate da scontri e proteste, sedate dalla polizia.

Ma le residenze non sono mai arrivate per il fallimento di Prelios, che doveva completare il progetto, e a questi guai si è aggiunta la grana amianto, ritrovato nel sottosuolo e che ha obbligato a numerose bonifiche. L’area è caduta nel degrado e l’iter si è sbloccato prima del Covid con l’annuncio che la Diatto sarebbe diventata residenza universitaria. Seicento posti letto, coi lavori partiti un anno fa e che dovrebbero concludersi nel 2023 per una cifra-monstre: 20 milioni di euro. Ma come già successo per altri progetti nella Circoscrizione Tre, ad esempio la trasformazione dell’ex Westinghouse a Cit Turin, continuano le polemiche: attivisti, centri sociali e associazioni varie sono sul piede di guerra fin dall’annuncio dello studentato, lamentando la «cementificazione del quartiere».

Nel frattempo, a fianco dell’ex Diatto ai cittadini è stato almeno restituito uno spazio verde, il giardino di via Revello. Un tempo sede del centro sociale Gabrio - che si è spostato in via Millio - l’area è stata completamente trasformata, dopo anni di cantieri e di bonifiche, ed è stata inaugurata a luglio dello scorso anno. Un giardino unico nel suo genere a Torino, col 97% della pavimentazione drenante in ossequio al Piano di resilienza climatica, giochi bimbi, area socializzazione, panchine pivotanti, la radura e i fiori.

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