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RALLY A RIVAROLO

Il francese Kevin Bochatay e lo svizzero Jean Francois Prats trionfano nella 18ª Ronde del Canavese

A Giovanni Bausano e Andea Scali il "Memorial Gino Bellan"

Il francese Kevin Bochatay e lo svizzero Jean Francois Prats trionfano nella 18ª Ronde del Canavese

I vincitori Kevin Bochatay e Jean Francois Prats (Foto Rolling Fast)

La 18ª edizione della Ronde del Canavese ha premiato Kevin Bochatay e Jean Francois Prats, i primi vincitori stranieri nella storia della manifestazione promossa da Rt Motorevent. Sono stati loro il migliore equipaggio dei 62 che hanno tagliato il traguardo, sui 78 che avevano preso il via. Le condizioni del manto stradale, reso insidioso dal fango e dal ghiaccio, hanno messo in difficoltà un po’ tutti, ma non il pilota francese, già autore di due successi assoluti in patria, e il navigatore svizzero, che, sulla loro Volkswagen Polo, hanno gestito la situazione con grande padronanza.

Sono partiti bene, chiudendo in testa le prime due prove speciali, e hanno controllato le reazioni degli avversari, senza dare mai l’impressione che il loro primato fosse a rischio. Si sono così aggiudicati il Memorial Livio Bausano, le Coppe Reale Mutua Assicurazioni Agenzia Cavour Evo e Sata e il premio messo in palio dalla Metalproto - Officine Data per aver realizzato la miglior performance assoluta, nel corso del secondo tratto cronometrato.

Giovanni Bausano e Andrea Scali sono stati i migliori canavesani al traguardo (Foto Rolling Fast)

Alle loro spalle si sono classificate le Skodia Fabia di Federico e Tatiana Santini e Manuel Sossella e Gabriele Falzone, che si sono imposti nel terzo e quarto passaggio della Pratiglione. Quarti gli svizzeri Gauthier Hotz e Michael Volluz, che hanno preceduto il torinese Patrick Gagliasso, per la prima volta affiancato dalla valdostana Lilliana Armand, e il varesino Manuel Bracchi con Andrea Dresti, tutti a bordo della vettura ceca. Decimi Giovanni Bausano e Andrea Scali, che nel derby canavesano hanno battuto Cristian Milano e Nicolò Cottellero, affermandosi nel “Memorial Gino Bellan”.

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