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Job Film Days
29 Settembre 2025 - 23:52
Un'immagine del film di Wang Bing
L'ospite più atteso della sesta edizione dei Job Film Days, il festival di cinema dedicato al mondo del lavoro al via oggi al cinema Massimo, è sicuramente il cinese Wang Bing, una delle voci più autorevoli del documentario contemporaneo, che sabato 4 ottobre sarà a Torino per una masterclass alle ore 17 condotta da Carlo Chatrian, direttore del Museo del Cinema, e per presentare in sala subito dopo, alle 19, il suo film “Youth (Spring)”, la prima parte di una trilogia dedicata all'industria tessile nel suo Paese.
Un lavoro durato anni, tre film che durano quasi dieci ore in totale: «Volevo raccontare la vita quotidiana di giovani operai – spiega lui stesso, a poche ore dal suo arrivo in città – ma non avevo grande libertà di movimento. In questi laboratori privati avrei invece potuto muovermi più facilmente, senza chiedere troppi permessi. Mi sono concentrato su di loro, un tempo contadini ma ora costretti a spostarsi nelle città per diventare manodopera: ho girato migliaia di ore, ho capito presto che non sarebbe mai bastato un solo film ma ne servivano tre».
Il racconto del mondo del lavoro per Wang Bing è quasi una missione, una costante nel suo percorso artistico: «Continuerò a fare film di questo tipo, su questo tema. Nel tempo in cui ho lavorato a questo progetto le cose per i lavoratori e per l'economia cinese sono cambiate molto, anche a causa del Covid, ma non solo: tantissima gente oggi non trova impiego, nelle città di medie dimensioni in particolare la disoccupazione è diventata una questione molto seria».
Da sempre il cinema di Wang Bing è stato osteggiato in patria, ma la situazione è peggiorata a causa di un governo sempre più oppressivo: «Prima del progetto “Youth” – ci confida – i miei film raramente potevano essere proiettati nei cinema, ma c'erano diverse proiezioni sottobanco e una buona diffusione di dvd pirata e di visioni online. Ora sono stato cancellato dalla rete».
La presenza al Job Film Days non sarà la prima volta a Torino per il regista cinese: «Non sono un grande viaggiatore, mi muovo poco dalla Cina durante l'anno, ma sono stato da voi una volta, una ventina di anni fa, quando venne proiettato al Torino Film Festival numero 21, nel 2003, il mio primo documentario, “Tie Xi Qu: West of the Tracks”. Sono felice di tornare oggi per un festival che tratta il tema del lavoro».
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