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Musica

Sanremo Giovani, Torino ha già vinto con La Messa: ecco perché

"Maria" è il singolo semifinalista più trasmesso nelle radio italiane

La Messa

Serena Mastrulli

A pochi giorni dalla semifinale di Sanremo Giovani, il 9 dicembre su Raiuno, Torino ha già vinto. Sì, ha vinto in radio e tra la gente grazie al brano “Maria” di La Messa che è stato riconosciuto come il pezzo, tra i sei finalisti, più trasmesso in assoluto in Italia.

Musica elettronica, come nella migliore tradizione del progetto fondato da Serena Mastrulli nel 2019 e prodotto da Marco Zamuner. Ritmo pop così come il titolo che più familiare non si può, “Maria” sta facendo ballare tutti e già si incrociano le dita nella speranza che lo farà anche con la platea dell’Ariston dove, martedì prossimo, si sceglieranno i quattro finalisti.

«Sono super felice - racconta Serena da Venaria, dove vive - è stato inatteso questo successo, anche se abbiamo deciso di partecipare (con Marco Zamuner, anche suo compagno, ndr) alla selezione perché sapevamo di avere il pezzo giusto nato dall’unione della componente elettronica, ma anche pop, attraverso melodie vintage».

I quattro fortunati che passeranno il 9 si sfideranno dopo pochi giorni in una finalissima. Solo due di loro andranno in gara a Sanremo insieme con gli altri due finalisti di Area Sanremo e i trenta Big.

«Sto studiando, sto preparando l’esibizione, il 9 dicembre voglio divertirmi - continua Serena -. Chi temo? Facciamo cose talmente diverse che la paura più grande è solo quella di fare brutta figura, di dimenticarsi le parole. Si crea molta empatia, molta comprensione tra di noi».

Da Dade a Tormento le collaborazioni di La Messa che, dal momento in cui ha iniziato a produrre, si è fatto notare come progetto nel panorama musicale dell’elettronica e del rap. Da “Piove” a “Cherie” a “Bambina” per il duo è stato una continua salita verso il successo che, inutile negarlo, fonda profonde radici torinesi.

«Essere nata a Torino è stato decisivo per la mia carriera - dice ancora Serena -. Gabry Ponte, gli Eiffel65, Gigi Dag, sono stati la mia scuola e la mia fonte di ispirazione. Manche i Righeira, so che Johnson vive a Torino ma non l’ho ancora conosciuto, spero che accada. Ci siamo formati nella scena underground torinese da Club2Club a Movement, senza quelle realtà non ci saremmo mai arrivati fin qui. Ci siamo conosciuti in uno studio senza troppi obiettivi e in giro di pochi mesi ci siamo capiti e abbiamo fatto bene».

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