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Hollywood
30 Giugno 2025 - 05:00
Brad Pitt e Angelina Jolie
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All’inferno e ritorno. Perché oggi Brad Pitt è un uomo nuovamente sereno, anche grazie alla compagnia della fidanzata Ines de Ramon con la quale ha partecipato da poco alla première londinese di F1, il film sulla Formula 1 di cui l’attore è protagonista. Ma nove anni fa, dopo la burrascosa separazione da Angelina Jolie, aveva toccato il fondo della sua esistenza. E solo allora ha trovato la forza per dare una svolta alla vita.
Ospite del podcast “Armchair Expert” di Dax Shepard, l’attore americano è tornato a raccontare quel periodo complicato: «Ero in ginocchio. Avevo bisogno di un reboot». E ha spiegato che le riunioni agli Alcolisti Anonimi hanno rappresentato una svolta: «È davvero incredibile trovarsi tra tante persone capaci di condividere, anche con una certa ironia, le loro debolezze, i loro passi falsi, i loro desideri, i loro dolori».
Propri lì i due si erano incontrati per la prima volta. E Shepard nel podcast ha ammesso di essere rimasto molto colpito da quanto Pitt si fosse rimesso in gioco con franchezza e onestà. Ma Pitt non poteva fare diversamente: «Tutti sono così sinceri e aperti che senti di avere il permesso di condividere tutto ciò che provi e che sei. Amavo davvero quegli incontri». Da allora ha smesso di bere e ha dato una svolta positiva.
Tutto questo però gli è costato molto, a partire dall’affetto dei figli. Di loro ha parlato ancora una volta Angelina Jolie a “The Standard Magazine”. Insieme hanno avuto Shiloh, la loro prima figlia biologica, i gemelli Knox Léon e Vivienne Marcheline ma hanno anche adottato Maddox in Cambogia, Pax Thien in Vietnam e Zahara, nata in Etiopia.
«Ho provato di più per Maddox, Zahara e Pax perché erano dei sopravvissuti. Shiloh, invece, la percepivo come privilegiata fin dalla nascita», ha ammesso. E ha spiegato che è stata la sua esperienza al fianco di Brad Pitt, durante la pratica di adozione per Zahara, a farle cambiare idea: «L’ho visto con lei e con Maddox, e ho capito quanto li amasse... Mi sono resa conto che avere un figlio biologico non sarebbe stato una minaccia».
Shiloh per lei è una figlia speciale: «So che devo assicurarmi di non trascurare i suoi bisogni solo perché credo che gli altri siano più vulnerabili. Quando è nata è stato un momento bellissimo. Ma allo stesso tempo, la prima volta che abbiamo visto una foto di Zahara prima di incontrarla, ci siamo commossi entrambi. Sono stati percorsi diversi, ma con emozioni molto simili».
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