l'editoriale
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01 Luglio 2021 - 07:51
Non era mai accaduto prima, quali saranno le conseguenze nessuno in questo momento lo sa. Ma le dimissioni in blocco di otto direttori dei lavori delle Circoscrizioni sono uno di quei gesti che portano a riflettere sulle cose concrete, vicino alla gente, e a capire quanto queste ultime talvolta siano distanti dai pensieri di chi si trova nella stanza dei bottoni. Con il sistema della delega che si traduce nel classico scaricabarile, e tagli indiscriminati alle risorse direttamente proporzionali alle responsabilità riversate su altri. Altri che in questo caso sono i direttori dei lavori, che come spiega il consigliere della Uno in quota Pd, Angelo Catanzaro, ieri hanno presentato le dimissioni a fronte «dell’impossibilità ad adempiere alla propria mansione con le scarse risorse fornite dall’amministrazione centrale: soltanto 50mila euro all’anno a Circoscrizione per la sistemazione di strade e marciapiedi». Un importo troppo basso per poter gestire efficacemente il territorio «che ha creato forti stress ai dipendenti delle otto Circoscrizioni che si trovano a far fronte a continue denunce penali e sopportare, da tempo, pesanti tensioni lavorative dettate anche dalle non chiare responsabilità sul suolo pubblico».
Qualche settimana fa, poi, quello che era un timore è diventato una cruda realtà. Con un direttore dei lavori condannato in promo grado dal giudice di pace a risarcire un ciclista caduto a causa di una buca. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Portando alla decisione comunicata ieri. evidenziava la carenza del 60% del personale tecnico e amministrativo e la mancanza di assunzioni da parte del Comune dopo i pensionamenti.
«Le dimissioni dei direttori lavori - commenta Catanzaro - sono un segnale importante che mette in evidenza la totale incapacità dell’amministrazione di prendersi cura del suolo pubblico. Le strade e i marciapiedi di Torino sono piene di buche, i cittadini continuano a cadere e a farsi male, e a pagare il prezzo di questa situazione, oltre ai cittadini stessi, sono ingiustamente i direttori lavori e operativi decentrati che, anche volendo, non potrebbero far fronte alla mancanza di risorse».
Il consigliere PD, dal canto suo, propone di mettere in discussione il « modello “decentrato” adottato dal Comune e una “turnazione” dei funzionari addetti alla direzione lavori del suolo pubblico circoscrizionale». Senza dimenticare un’altra grana assai rilevante: «La carenza del 60% del personale tecnico e amministrativo e la mancanza di assunzioni da parte del Comune dopo i pensionamenti». Come dire: anche ci fossero i soldi per i lavori, servirebbero poi le teste e le braccia per eseguirli. Che al momento, evidentemente, non ci sono.
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