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Finanza & Politica

Fondazione Crt, giallo sul Cda saltato. Il ministero vuole chiarezza sui conti?

Il consiglio convocato d'urgenza, ma alcuni consiglieri fanno mancare il numero legale

Cambio al vertice della Fondazione Crt

Cambio al vertice della Fondazione Crt

Qualcosa di nuovo è successo in Fondazione Crt: perché non è normale convocare un consiglio di amministrazione di sabato pomeriggio, oltretutto a carattere d’urgenza. E con così ravvicinata la scadenza del prossimo martedì 21 maggio, quando verrà ratificata la scelta di Anna Maria Poggi, indicata dal Consiglio di indirizzo, come nuova presidente. Ed è ben strano che lo stesso consiglio salti, perché viene meno il numero legale.

Quando succede una cosa simile, e considerando il periodo in cui versa l’ente di via XX Settembre, la prima ipotesi è che ci sia un qualche guaio di natura finanziaria. Perché, a dirla tutta, in Fondazione i conti non tornano troppo. Ci sono di mezzo i soldi, ovviamente, in particolare quelli destinati alle consulenze nel periodo della presidenza di Fabrizio Palenzona, che si è dimesso in maniera burrascosa, come sappiamo.

Quello che alcuni personaggi interni alla Fondazione dicono di non sapere, è in che modo si sia deciso per incarichi e consulenze per circa 3 milioni di euro, quando sotto il precedente presidente, Giovanni Quaglia, si arriva al massimo a mezzo milione. Possibile che qualcuno abbia seguito delle procedure un po’ troppo personalistiche?


Fatto sta che bisogna fare attenzione, perché la Fondazione è sotto inchiesta del ministro dell’Economia - c’è anche un esposto in Procura, ma questa è un’altra faccenda -, che ha voluto i verbali delle riunioni che hanno portato alle dimissioni prima del segretario generale Varese, di Palenzona poi, e contestualmente alla ridda di auto-nomine dei membri del Cda.

Documentazione incompleta, secondo quanto risulta al dicastero retto da Giancarlo Giorgetti. Dunque, il cda del sabato sarebbe servito anche a mettere a punto le carte ancora necessarie. E a far vedere di non essere stati distratti mentre venivano assegnati incarichi e consulenze. Ma il cda non c’è stato a causa della indisponibilità di alcuni consiglieri, quindi impossibile anche deliberare su alcune situazioni.

In ballo c’è ancora il commissariamento dell’ente - questo sì manderebbe tutti a casa - e, disse il presidente a interim Maurizio Irrera, «nessuno lo vuole». Ecco perché serve completare la documentazione, rifare bene i conti, trovare la concordia totale sulla presidente designata (concordia che, a questo punto, è legittimo pensare non ci sia), mostrare insomma di avere saldo il timone della Fondazione.

Anche se l’ombra che incombe di più è quella di Palenzona stesso: nello sfogo con un giornalista, a Milano, ha accusato duramente Torino di «non avere classe dirigente» e di essere stato estromesso dal Sistema Torino. Lasciando anche intendere di avere altre cose da raccontare. Magari davanti ai magistrati che stanno lavorando sul suo esposto.

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