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La storia

Il musicista torinese che suona sotto le bombe a Kiev: "Ho paura, ma la vita deve continuare"

Il racconto di un artista italiano che ha scelto di rimanere in Ucraina nonostante il conflitto

Fabio de Vincente sul palco con Al'oša

Fabio de Vincente sul palco con Al'oša

Nelle strade di Kiev, una città che una volta vibrava di vita e cultura, oggi il suono delle sirene antiaeree si mescola con il rumore distante delle esplosioni. Ma tra il caos e la distruzione, c'è una voce italiana che si erge come simbolo di resistenza e speranza: quella di Fabio de Vincente, un musicista torinese che ha scelto di non abbandonare l'Ucraina nonostante la guerra.

"Viviamo con l'incubo delle bombe," mi racconta Fabio durante una chiamata su WhatsApp, con la connessione che va e viene, tipica delle difficoltà quotidiane che la guerra impone. "Qui spesso non c'è elettricità e neanche internet, usiamo spesso dei generatori di energia." In queste parole c'è tutta la cruda realtà di un paese devastato dal conflitto, eppure anche la determinazione di chi ha deciso di rimanere.

De Vincente non è solo un musicista; è un intrattenitore nato, come lui stesso si definisce. Cresciuto artisticamente tra i club di Torino, Alassio, New York, Capri e la Costa Smeralda, ha saputo conquistare il pubblico con il suo talento e la sua passione. La sua carriera è decollata con la partecipazione a "The Voice", dove ha ricevuto l'elogio di artisti come Dolcenera ed Emis Killa. Inoltre, per tre anni è stato tra i finalisti delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo, uno dei palcoscenici più prestigiosi per la musica italiana.

Poi, come per molti, la pandemia di COVID-19 ha segnato un punto di svolta. La decisione di trasferirsi in Ucraina è maturata poco dopo quel periodo, spinta anche dalla relazione con la sua fidanzata ucraina. "Volevamo trasferirci, poi è scoppiata la guerra," spiega Fabio, e con lo scoppio della guerra è arrivata anche una nuova ispirazione artistica.

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È proprio durante questo periodo che prende forma la collaborazione con Al'oša, una famosa cantante ucraina. Il risultato è “Via dall’inferno”, un duetto bilingue scritto da Fabio durante il lockdown e successivamente arricchito dall'interpretazione di Al'oša. Il video, girato a New York, accompagna un brano intenso che parla di salvezza in un periodo di dolore e sofferenza per l'Ucraina e non solo. Nonostante fosse stato scritto in tempi non sospetti, il brano si è rivelato profetico, diventando un simbolo di resistenza anche per il contesto attuale del Paese.

"Le persone qui continuano a vivere, organizzano feste anche se rischiamo di perdere la vita sotto l'ennesimo bombardamento," racconta Fabio, rivelando l'indomabile spirito di un popolo che non si lascia piegare. "E io, come italiano, vengo apprezzato perché sto portando un po' di luce dove ora c'è tanta sofferenza."

Fabio de Vincente è diventato così un simbolo di resistenza non solo per il pubblico ucraino, ma anche per tutti coloro che seguono la sua storia sui social media. Attraverso i suoi canali, mostra cosa significa suonare musica sotto le bombe, vivendo ogni giorno con la speranza che questo incubo possa finire presto.

Ma cosa riserva il futuro? "Aspettiamo che la guerra finisca," conclude Fabio, con una calma che nasconde una profonda determinazione. Fino ad allora, continuerà a fare quello che sa fare meglio: portare speranza e bellezza attraverso la sua musica, anche nei luoghi più bui.

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