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MIRACOLO ALLE MOLINETTE
29 Settembre 2024 - 11:40
Il primo trapianto “in un unico blocco” di cuore e fegato. Lo hanno realizzato, nei giorni scorsi, i chirurghi delle Molinette alla Città della Salute e della Scienza di Torino su una donna di 38 anni proveniente da Roma, affetta da una grave cardiopatia congenita, che era stata già più volte operata al cuore. La malattia cardiaca malformativa - sottoposta ad indagini emodinamiche dal cardiologo pediatrico dottor Giuseppe Annoni dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino - le aveva causato nel tempo un danno sempre più severo anche al fegato, diagnosticato e curato dall’epatologa dottoressa Silvia Martini dell’ospedale Molinette. Per la gravità delle sue condizioni, la paziente era stata iscritta nella lista nazionale dei trapianti urgenti, gestita dal Centro Nazionale Trapianti diretto dal dottor Giuseppe Feltrin in collaborazione con il Centro Regionale Trapianti del Piemonte diretto dal dottor Federico Genzano, che ha permesso di trovare un donatore idoneo per entrambi gli organi in poco tempo.
L’eccezionalità dell'intervento, attentamente pianificato dall'équipe multidisciplinare trapianti di Torino, è stata quella di aver mantenuto la normale connessione del cuore con il fegato, trapiantando il blocco come un solo organo. Questo tipo di trapianto permette di minimizzare i tempi di sofferenza ischemica degli organi prima di essere trapiantati, offrendo così una migliore ripresa della loro funzione subito dopo il trapianto. A fronte di questi vantaggi, è stata però necessaria una perfetta collaborazione e sincronizzazione dei diversi specialisti coinvolti.
Una vera e propria miracolosa maratona. Mentre l’équipe prelievo cuore e l’équipe prelievo fegato lavoravano fianco a fianco nella sede del donatore nella vicina Lombardia, a Torino un’altra doppia équipe, formata sempre da cardiochirurghi ed epatochirurghi, preparava la paziente a ricevere il blocco unico di cuore e fegato. Il professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia dell'ospedale Molinette, coadiuvato dal dottor Carlo Pace Napoleone, suo omonimo della Pediatrica all’Ospedale Infantile Regina Margherita, oltre che dal professor Massimo Boffini e dalla dottoressa Erika Simonato, isolava ed asportava il cuore malato, mentre, in contemporanea il direttore Dipartimento Trapianti e Chirurgia Trapianto Fegato dell'ospedale Molinette, professor Renato Romagnoli, con il dottor Paolo Strignano rimuovevano il fegato, con il supporto anestesiologico del dottor Alberto Orsello, della dottoressa Francesca Momigliano e del dottor Angelo Panio.
Quando il campo operatorio è stato liberato per l'impianto e mentre la paziente era mantenuta in vita grazie alla circolazione extracorporea, il blocco di cuore e fegato è arrivato in sala operatoria per essere trapiantato. I cardiochirurghi e gli epatochirurghi hanno eseguito contemporaneamente i collegamenti vascolari e, una volta ripristinata la circolazione nel blocco multiorgano, sia il cuore sia il fegato hanno immediatamente ripreso a funzionare. La procedura chirurgica è durata oltre dodici ore e si è conclusa con successo. Attualmente la paziente è sveglia, lucida e respira autonomamente, ricoverata presso la Terapia Intensiva della Cardiochirurgia coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo per la prosecuzione delle cure, in attesa di essere trasferita in reparto di degenza. Senza dubbio da ricordare anche le numerose unità di sangue che sono state utilizzate per permettere questa impresa. Tutto grazie ai donatori della Banca del Sangue e Immunoematologia della Città della Salute di Torino diretta dal dottor Marco Lorenzi.
L'intervento è stato appena presentato in anteprima durante le 36me Giornate Cardiologiche Torinesi. «Questo trapianto innovativo conferma l'eccellenza a livello internazionale della nostra Azienda Ospedaliero Universitaria. La consolidata collaborazione e coordinazione dei vari programmi di trapianto di organo attivi in Azienda, già abituati ad eseguire trapianti combinati in sequenza, ha permesso di raggiungere questo nuovo ed importante traguardo per una cura sempre più efficace di pazienti gravemente malati. Tutto ciò, sempre grazie alla donazione degli organi e del sangue, necessari per eseguire questi straordinari interventi» commenta il direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle.
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