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Arrestato a Torino il torturatore delle carceri libiche: era nascosto in un hotel

Najeem Osema Almasri Hoabish è il comandante della polizia giudiziaria libica e il direttore del carcere di Mitiga

Najeem Osema Almasri Hoabish è stato arrestato a Torino

Najeem Osema Almasri Hoabish è stato arrestato a Torino

E’ stato arrestato a Torino, mentre soggiornava in un hotel, Najeem Osema Almasri Hoabish, comandante della polizia giudiziaria libica e direttore del carcere di Mitiga, vicino alla capitale Tripoli. Sull'uomo pendeva un mandato della Corte penale internazionale e c'era una segnalazione dell'Interpol. Adesso il caso dovrebbe passare al vaglio della Corte di appello di Roma. La procura generale del Piemonte è stata informata dalle autorità di polizia italiane e la procedura da seguire dovrebbe essere quella regolata dallo Statuto di Roma, il trattato che nel 1998 ha istituito la Cpi. Non sono ancora chiare le motivazioni della sua presenza nel capoluogo piemontese, ma il carceriere si trovava sotto la Mole in compagnia di altri suoi connazionali ed è stato fermato dagli agenti della Digos.
 
 
Ad esultare è la ong “Mediterranea saving humans”, secondo cui l'arresto «è avvenuto dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime, fatte pervenire alla Corte penale internazionale, che ha condotto una difficile indagine. Almasri è la prova di come l’intero sistema libico, sia un sistema atroce e criminale. Banditi come lui hanno solo messo in pratica il mandato ricevuto di fermare i migranti, con mezzi e soldi delle istituzioni occidentali. Si nascondeva in Italia, ovviamente: perché - conclude Mediterranea - qui i trafficanti libici si sentono al sicuro». Differenti le reazioni in Libia. A quanto riporta il sito “Libya review”, la polizia giudiziaria libica e l'istituto di pena Ain Zara Main hanno condannato quella che descrivono «una detenzione arbitraria», parlando di «incidente oltraggioso» ed invitando le autorità libiche ad occuparsi del caso ed intervenire per ottenere il rilascio di Najeem Osema Almasri Hoabish. 
 
Del torturatore libico si è occupato il giornalista di Avvenire, Nello Scavo, nel libro “Le mani sulla guardia costiera”. Il comandante, scriveva Scavo, è tra le «figure in grado di ricattare l'Italia e l'Europa a colpi di barconi. Chiedono legittimazione, fondi e mano libera nei campi di prigionia governativi». Il libro evidenzia come l'uomo «abbia illegalmente trasferito migranti da luoghi di detenzione sia non ufficiali sia ufficiali di Tripoli alla struttura di Mitiga, allo scopo primario di utilizzarli per il lavoro forzato come forma di schiavitù». Compreso l'arruolamento nelle milizie e la manutenzione delle armi. 
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