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LA NOTIZIA
26 Gennaio 2025 - 12:00
"L'ho chiamata Matilde: significa 'valorosa in battaglia'. E in effetti, la mia piccola ha solo otto mesi, ma ha già combattuto con tutta la forza che aveva, come una vera guerriera." Le parole di Giulia, la mamma di Matilde, sono cariche di emozione. La sua bambina ha vinto una battaglia difficilissima, quella per la vita. E lo ha fatto grazie a un dono inestimabile: il fegato di un altro bambino, che a soli cinque mesi si è spento, ma il cui gesto di straordinario altruismo ha cambiato la vita della piccola.
"Quando ho saputo che c'era un organo per lei, ho provato una felicità immensa, ma anche un dolore straziante. Non riuscivo a non pensare a quel bambino, alla sua famiglia. Noi avremmo tirato un respiro di sollievo, ma loro no..." racconta Giulia. Matilde è nata a maggio con una grave malformazione, l'atresia delle vie biliari, e a soli due mesi aveva subito un intervento chirurgico per cercare di riparare la sua condizione. Ma, come accade in un terzo dei casi, l'operazione non aveva dato i risultati sperati. Il suo fegato era andato in cirrosi, e la situazione è rapidamente peggiorata: un grave ittero, il liquido ascitico che si accumulava nel suo piccolo corpo e la necessità urgente di un trapianto, che l'ha portata in lista d'attesa a novembre.
Mamma Giulia, Papà Ignazio, con la piccola guerriera Matilde
Le settimane sono passate tra l'attesa e l'ansia, con la famiglia di Matilde che non ha mai smesso di sperare. Eppure, quando sembrava che ogni speranza fosse svanita, è arrivato un miracolo. A meno di 72 ore da un intervento programmato con il padre, Ignazio, come donatore vivente, è arrivata una notizia che ha sconvolto tutto: un piccolo angelo, un bambino di 5 mesi, era deceduto in un'altra regione per una grave patologia, ma il suo fegato era perfettamente compatibile con Matilde. Un atto di generosità incommensurabile che ha reso possibile un trapianto che sembrava quasi impossibile. Nonostante la difficoltà della donazione, con il donatore che pesava solo 6 kg, troppo piccolo per una bambina di 7,5 kg, il professor Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento Trapianti dell'ospedale Molinette di Torino, ha deciso di accettare la sfida. "Era l’unica possibilità per Matilde", ha spiegato.
Il prelievo del fegato è stato effettuato dal dottor Paolo Strignano e, a sole 48 ore dall'intervento programmato con il padre, Matilde è stata portata in sala operatoria. L'intervento, che ha visto coinvolti numerosi medici e specialisti, tra cui il professor Romagnoli, il dottor Angelo Panio, e i colleghi del Dipartimento di Anestesia, è durato ben 11 ore, ma alla fine è stato un successo straordinario. In pochi minuti, il fegato trapiantato ha ripreso la sua funzione vitale, e Matilde è stata estubata in meno di 12 ore, risvegliandosi come se un miracolo fosse avvenuto.
Dopo l'intervento, con il professor Romagnoli
La piccola, che fino a pochi giorni prima lottava contro l'ittero e il dolore, ha visto la sua condizione migliorare rapidamente. Il colore della pelle, che era giallastro e doloroso, è tornato a essere quello di un bambino sano. E ora, Matilde sta cominciando la sua riabilitazione nel reparto di Gastroenterologia dell'ospedale Infantile Regina Margherita. "Un grande applauso ai nostri professionisti e ai genitori del piccolo donatore che, con un grande gesto, hanno permesso di salvare la vita della piccola paziente", ha dichiarato l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi.
Beatrice Borghese ed Emanuele Ciotti, direttore Generale edsirettore Sanitario della Città della Salute di Torino, hanno sottolineato l’importanza di questo intervento: "Ancora una volta la nostra Azienda ospedaliero-universitaria ha risposto in modo efficace a un problema di salute grave grazie a un trapianto di rara difficoltà". Giulia, la mamma di Matilde, non riesce a trattenere la commozione: "Oggi, finalmente, siamo al Regina Margherita e Matilde sta davvero bene. È sempre stata una bambina sorridente, felice, nonostante tutto. Tra poco torneremo a casa, e il mio sogno più grande è portarla a vedere il mare. Siamo eternamente grati ai dottori per questa seconda vita che ci è stata donata."
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