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economia
27 Maggio 2025 - 12:46
Il settore più colpito dal calo dell'export ancora una volta è l’automotive
Economia in stagnazione e boom di cassa integrazione. L’economia piemontese, nel primo trimestre di quest’anno, fa un piccolissimo passo in avanti, con una crescita modesta ma positiva del Prodotto Interno Lordo: +0,1% su base annua (rispetto al I trimestre 2024) e +0,2% sul trimestre precedente. Questi valori sono però inferiori sia alla media nazionale (+0,6 e +0,3%) sia a quella della Unione Europea (+1,4% su base annua), che sta crescendo senza l’apporto della Germania. «I segni di rallentamento delle esportazioni, di crescita dei prezzi al consumo e di stabilità del credito indicano un’economia in stagnazione».
È la stima fatta dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino. La recessione in Germania ha avuto un impatto negativo sulle esportazioni piemontesi, calate del 9% verso il suo principale partner commerciale. Il Piemonte, che esportava il 40% del proprio Pil, ha visto così la propensione all’export scendere al 37%, con un calo da 64 a 60 milioni di euro su base annua. Il settore più colpito ancora una volta è l’automotive, trainato dalla debole domanda tedesca, mentre non sono ancora visibili i segni dei dazi, per ragioni temporali. Il boom del turismo internazionale (1,1 milioni di presenze aggiuntive, per circa 300 milioni di euro spesa aggiuntiva) non compensa il calo di export manifatturiero.
Il mercato del lavoro appare d’altra parte resiliente (occupazione +1%), ma le difficoltà ci sono sul versante della congiuntura, come si vede dall’aumento da 3 a 8 milioni di ore mensili nell’uso della Cig da parte delle imprese. Otto milioni di ore di Cig mensili significano 0,54 punti percentuali di Pil svaniti a causa della congiuntura della domanda. L’inflazione è risalita all’1,8%, con aumenti sopra la media per l’inflazione turistica (+4,7%), dei servizi per la casa e le bollette (+4,5%) e dei generi alimentari (+3,2%).
Il Pil piemontese si attesta così a 135 miliardi di euro a prezzi costanti (2015) e 163 miliardi a prezzi correnti (2025), con un Pil pro capite di 38.308 euro, superiore di poco alla media italiana (37.227 di euro).
«Il Piemonte cresce - commenta il presidente del Comitato di Torino Finanza, Vladimiro Rambaldi - ma molto meno dell’Europa che deve essere il suo riferimento. Abbiamo l’esigenza di riorientare l’economia, ma vediamo che il turismo, che va forte, non basta. Prima della crisi dell’auto e dei dazi, Germania e Stati Uniti rappresentavano il nostro primo e terzo sbocco. Questa è la ragione dello stallo odierno. L’Europa però cresce e offre opportunità. Servono, perciò, politiche industriali più aggressive per conquistare altri mercati esteri e sostenere l’innovazione».
«I dati del Pilnow per il Piemonte relativi al primo trimestre 2025 indicano una crescita zero dello 0,1% su base annua, in un quadro che mostra segnali di stagnazione. Dal punto di vista economico, si osserva un rallentamento delle esportazioni, in parte dovuto alla recessione in Germania, con un impatto sul settore manifatturiero e in particolare sull’automotive. Sebbene il comparto turistico stia vivendo un momento positivo, il suo contributo non riesce a compensare pienamente le difficoltà nell’export. Per sostenere la competitività regionale, è importante orientare le strategie verso una maggiore diversificazione dei mercati e un rafforzamento dell’innovazione. Le Camere di commercio del Piemonte sono vicine alle imprese in tutte le fasi della loro vita, consapevoli che percorsi come la transizione digitale e l’internazionalizzazione rappresentino passi necessari da compiere per crescere anche all’estero», commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.
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