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Economia & Finanza

Intesa Sanpaolo, il ceo Carlo Messina premiato a Francoforte come "European Banker of the Year"

Il CEO di Intesa Sanpaolo è European Banker of the Year 2024: risultati, responsabilità sociale e visione

Carlo Messina premiato a Francoforte: quando solidità e valori guidano la finanza europea

C’è un momento, nella carriera di un banchiere, in cui i numeri smettono di essere cifre fredde e diventano una storia. Quella di Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, racconta di risultati, leadership e responsabilità, riconosciuti lo scorso giugno con il titolo di “European Banker of the Year 2024” conferito dall’associazione internazionale di giornalisti economico-finanziari “The Group of 20+1”. Un riconoscimento che non fotografa solo il presente, ma fissa una traiettoria: che cos’è, oggi, una banca credibile in Europa? E quanto contano, accanto alla redditività, quei valori che la finanza spesso cita e raramente pratica?

Una serata simbolo nella Sala degli Imperatori
La cerimonia di premiazione si è tenuta nella suggestiva Sala degli Imperatori, al Römer, il Palazzo Municipale di Francoforte. Oltre 200 gli invitati, a sottolineare il valore corale dell’occasione. A rappresentare l’Italia, l’Ambasciatore a Berlino, Fabrizio Bucci; per la città ospite, Stephanie Wüst, Vice Sindaco e Responsabile del Dipartimento Economia, Affari Legali e City Marketing di Francoforte. In platea e sul palco volti noti della finanza europea: Sergio Ermotti, Group CEO di UBS Group AG e European Banker of the Year 2023; Albrecht F. Schirmacher, Presidente di “The Group 20+1” e giornalista di DER PLATOW Brief; Andreas Scholz, Presidente di Euro Finance Group. Un parterre che ha trasformato un premio individuale in un dialogo tra pari sul ruolo del credito in un continente che cambia.

Le motivazioni: continuità, crescita, impatto
La decisione della giuria si fonda su elementi chiari. In primo luogo, gli eccellenti risultati realizzati con continuità dal 2013: una costanza non episodica, che ha accompagnato la banca lungo un ciclo economico complesso, tra crisi e ripresa. Il mercato ha risposto: il valore di Borsa di Intesa Sanpaolo è più che triplicato in questi anni, indicatore di fiducia che il capitale esprime nel progetto industriale. Nel 2024 è arrivato il più alto utile netto nella storia dell’istituto, un traguardo simbolico che parla, da solo, di efficienza, gestione del rischio e capacità di intercettare nuove opportunità. Ma le motivazioni non si fermano ai conti. Viene riconosciuto l’impegno della banca a supporto della transizione ecologica e il ruolo nell’ambito della responsabilità sociale. Due dimensioni che definiscono, oggi, il perimetro di una leadership credibile.

La bussola di Messina: redditività e valori
“Ricevo questo significativo riconoscimento a nome di tutte le persone di una banca che unisce solidità e valori”, ha affermato Carlo Messina. “In Intesa Sanpaolo crediamo che redditività e impatto sociale siano complementari e che trasformare i risparmi in fiducia, e la fiducia in crescita e coesione sia la missione di una banca degna di credibilità e affidabilità”. Parole che funzionano da bussola. In un’epoca in cui l’attrito tra obiettivi economici e istanze sociali è spesso presentato come inevitabile, l’idea di complementarità rovescia la prospettiva: non un compromesso al ribasso, ma un binario doppio su cui scorre lo sviluppo. Che cosa significa, in concreto? Significa leggere il credito come leva per la coesione, la protezione del risparmio come ponte verso la fiducia, la performance come condizione necessaria per generare impatto nel tempo.

La leadership vista da vicino
“Carlo si è affermato come un vero e proprio leader del settore bancario europeo: un uomo guidato dalla passione, allo stesso tempo capace di prendere decisioni basate su una profonda competenza, una vasta esperienza e una indiscussa visione di leadership”, ha osservato Sergio Ermotti, che quel titolo lo aveva ricevuto nel 2023. Sono parole che restituiscono il peso degli anni alla guida e la capacità di coniugare visione e execution. A fare eco, il giudizio di Albrecht F. Schirmacher: “Carlo Messina è uno degli amministratori delegati più longevi del settore bancario europeo. I suoi successi vanno ben oltre i risultati finanziari, ben oltre il settore bancario; Intesa Sanpaolo, infatti, si è fortemente dedicata alle proprie responsabilità sociali”. Qui l’accento si sposta dal singolo alla cultura aziendale: longevità non come permanenza, ma come continuità di un progetto che ha incorporato la responsabilità nel suo DNA. In questo quadro, la presenza di Andreas Scholz e di figure istituzionali come Fabrizio Bucci e Stephanie Wüst ha segnato una convergenza tra finanza, diplomazia e governance locale che racconta il senso europeo del premio.



Numeri che parlano, oltre i numeri
Quando si afferma che il valore di Borsa è più che triplicato e che il 2024 ha segnato l’utile netto più alto di sempre, non si celebrano semplicemente record. Si riconosce la capacità di costruire fiducia, anno dopo anno. La continuità dal 2013 suggerisce un metodo: correzioni di rotta quando serve, disciplina nei costi, gestione prudente del rischio e, insieme, investimento nei fronti strategici. È qui che rientrano transizione ecologica e responsabilità sociale: non un capitolo accessorio, ma una scelta di posizionamento. Perché una banca che finanzia la trasformazione energetica e sostiene la coesione sociale non solo risponde a una domanda etica, ma riduce rischi sistemici e apre spazi di crescita. È un’analogia semplice: come un buon urbanista pensa la città per reggere al tempo e ai cambiamenti, così un banchiere responsabile progetta il credito come infrastruttura di lungo periodo.

Transizione ecologica e responsabilità sociale: il doppio impegno
L’impegno a supporto della transizione ecologica è una delle chiavi del riconoscimento: perché la finanza, qui, fa da motore e da filtro. Motore, quando mobilita capitali verso progetti che tagliano emissioni e innovano processi; filtro, quando premia modelli sostenibili e scoraggia pratiche non allineate. Anche la responsabilità sociale, richiamata esplicitamente tra le motivazioni, indica un perimetro d’azione che va “ben oltre il settore bancario”, per riprendere Schirmacher. Implica attenzione ai territori, alle fasce più esposte, alla qualità del lavoro; e, più in generale, a quel patto di fiducia tra risparmiatori, imprese e istituzioni che regge le economie aperte. È un terreno in cui la reputazione si costruisce nel tempo, come una trama: si vede meno del risultato trimestrale, ma tiene insieme i pezzi quando il vento cambia.


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