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Politica & Cultura

Torino, il ministro Giuli alla Stampa poi al Circolo (a tavola): "Centri sociali da sgomberare"

La condanna degli atti di intolleranza e poi quel messaggio su un’Italia “intiera” a guida FdI. E sul Salone del Libro...

Torino, il ministro in versione dandy: “Italia intiera” e allarmi sulla democrazia

Era partita come una visita istituzionale, è diventata un racconto urbano in più capitoli. Alessandro Giuli, eloquio d’antan e piglio da viaggiatore nel tempo, arriva a Torino e lascia scie di titoli: “Fratelli d’Italia dovrebbe governare l’Italia intiera”. Lessico ottocentesco, ambizioni novecentesche, allarmi molto contemporanei.

Al Circolo e in redazione alla Stampa
Prima il passaggio alla redazione della Stampa, ancora scossa dalla violenta invasione ProPal (e anarchica) di venerdì scorso: “È un attacco alla democrazia”, scandisce Giuli, denunciando “ambienti oltranzisti ed estremisti” capaci di atti “al limite dell’eversione”. Poi il Circolo dei lettori, dove l’“Italia intiera” entra in scena con l’eleganza di una parola dimenticata e la concretezza di uno slogan destinato a circolare sotto i portici.

La mappa delle tensioni
Nel mirino del ministro non c’è solo l’assalto ai giornali: cita la contestazione a Susa contro Giuseppe Culicchia per la presentazione su Sergio Ramelli, il manifesto di Guido Crosetto bruciato a Roma, e i centri sociali, con la linea dura: “O rispettano la legalità o devono essere liberati. Tutti, indiscriminatamente”. La democrazia, spiega, non è una formula: è un condominio da sorvegliare giorno e notte.

Pranzo, politica e posture
Tra Palazzo Lascaris e piazza Castello, il pranzo è più di un dettaglio di cronaca: attorno al tavolo, come riferisce Lo Spiffero, siedono Culicchia, la vicecapogruppo Augusta Montaruli e gli assessori Marina Chiarelli e Maurizio Marrone, già in modalità “candidato 2027”. Bistecche, carciofi fritti, baccalà mantecato: la Torino conviviale accompagna la Torino politica. 

Solidarietà trasversale e vigilanza
“C’è un clima oggettivamente brutto”, ribadisce Giuli: quando un direttore viene contestato per un libro o un ministro bruciato in effigie, serve una risposta coesa “da tutto l’arco costituzionale”. La libertà d’espressione, dice, va protetta e gli episodi di intolleranza “denunciati e isolati”. Sotto i portici, l’“Italia intiera” sembra già appuntata sul taccuino degli slogan.

Salone del Libro, cautela operosa
Capitolo Salone: dal ministro arrivano aperture misurate. “Il ministero è disponibile a sostegni ulteriori, in base a ciò che chiederanno il Salone, il territorio, il Circolo dei lettori e l’ecosistema culturale”. Traduzione in piemontese corrente: “Veduma un pò”. Ovvero: porte aperte, bilanci alla mano.


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