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la storia

La torrefazione “dentro casa” premiata dal Gambero Rosso: è tra le 15 migliori d'Italia

Il riconoscimento per “Caffè Putto”, realtà di Città Giardino. Maurizio Putto: «Dovevo diventare ingegnere, invece tosto il caffè»

Maurizio Putto, 61 anni, nella torrefazione di Città Giardino

Maurizio Putto, 61 anni, nella torrefazione di Città Giardino

Quando il caffè viene fatto... in casa. Succede a Città Giardino dove in via Ciotta, da 72 anni e tre generazioni, la torrefazione si trova all’interno di un’abitazione privata. Aperta nel lontano 1953, adesso quella torrefazione “casalinga” è stata premiata dagli Special Awards del prestigioso Gambero Rosso. «Quando mi hanno telefonato pensavo a uno scherzo, invece era vero», sorride Maurizio Putto, 61 anni, che nel 1986 ha preso le redini di “Caffè Putto” dal padre Aldo.

Lui, che nel settore del caffè non ci doveva nemmeno lavorare. «Ero appena tornato dal servizio militare - racconta Maurizio - e dovevo iscrivermi a Ingegneria elettronica al Politecnico. Invece mio padre si è ammalato e ho dovuto sostituirlo temporaneamente. Almeno, così credevo». E invece no, quella sostituzione “temporanea” è diventata definitiva. Maurizio Putto non è mai diventato ingegnere ma si è messo a tostare il caffè. E non ha più smesso. Oggi, con amore e dedizione al lavoro, e rispetto delle tradizioni pur non disdegnando le nuove tecnologie, Maurizio il torrefattore dona al prodotto finale, il caffè appunto, la sua impronta. Ad aiutarlo c’è la moglie Tiziana in quella che è a tutti gli effetti un’azienda “casalinga” in via Ciotta, a Città Giardino.

Una realtà che di riconoscimenti ne aveva già ottenuti, ma adesso è arrivato quello più importante, visto che è stata premiata nella categoria “torrefazione artigiana” ed è finita tra le 15 torrefazioni italiane nella “Guida Caffè e Torrefazioni d’Italia 2026” del Gambero Rosso. Insieme alla “famigliare” Putto, l’altra piemontese premiata (al The Space Cinema Moderno di Roma) è stata nientemeno che la “big” Lavazza. Per Maurizio Putto, il caffè è una missione. «Dall’età di 22 anni cerco di preservare quella realtà artigianale creata da mio nonno 72 anni fa, e portata avanti da mio padre. I macchinari sono quelli di un tempo, anche le miscele non sono cambiate». Il caffè si tosta e poi si vende, nel negozio a fianco del luogo di produzione. Tutto nella stessa casa, a Città Giardino. Da 72 anni e tre generazioni.

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