Cerca

Economia & Finanza

Oro ai massimi e dollaro in affanno: ecco perché il metallo giallo brilla di nuovo (ma fino a quando?)

Quotazione a 4.200 dollari l'oncia. Il rally spiegato dall'analista di eToro

Oro ai massimi e dollaro in affanno: perché il metallo giallo brilla di nuovo

Il metallo giallo torna a far notizia. Oggi, 3 dicembre 2025, l’oro puro (24 carati) viaggia intorno a 116 euro al grammo, mentre per l’oro usato a 18 carati (750/1000) le offerte oscillano fra 77 e 87 euro al grammo, a seconda del compratore e delle commissioni. Quotazioni in risalita dopo il tonfo di un mese fa, con i livelli più bassi dal 2013, e un dato che colpisce: su un orizzonte di cinque anni, l’investimento in oro avrebbe generato una plusvalenza del 114%.

Quotazioni e scenario
La corsa del 2025 ha messo in fila 49 nuovi massimi storici e prezzi oltre 4.200 dollari l’oncia. Ma quanto è davvero forza intrinseca dell’oro e quanto riflesso di un dollaro più debole? Il mercato guarda a entrambe le variabili, mentre il differenziale tra oro “da investimento” e usato si riflette nei listini di compro oro e gioiellerie, con spread legati a commissioni, purezza e canali di vendita.

Il nodo dollaro
Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, “gran parte dello splendore” dell’oro deriva dal “crepuscolo del dollaro”. Dedollarizzazione, timori di debasement, posizioni ribassiste sull’USD: non solo slogan, ma il filo rosso di un anno partito con l’euforia post-elettorale di novembre 2024 e approdato a un US Dollar Index (DXY) in calo dell’8,5% da inizio 2025. Se la storia non si ripete ma fa rima, osserva l’analista, il tracciato ricorda il 2016: su questa traiettoria il DXY potrebbe scivolare in area 95-97, vicino ai minimi del 2018.

Tre forze in campo
- Geopolitica: il congelamento delle riserve russe nel 2022 aveva incrinato la fiducia; i dazi del 2025 hanno ampliato il rischio politico di detenere dollari. - Politica economica: l’intreccio tra politiche fiscale e monetaria e l’incertezza percepita sull’indipendenza della banca centrale spingono il mercato a prezzare un dollaro più vulnerabile. - Correlazioni che cambiano: per anni, quando Wall Street scendeva, il dollaro saliva. Oggi il “paracadute” non si apre con la stessa prontezza. È il cosiddetto debasement trade: flussi verso oro e asset alternativi per proteggersi dall’erosione del potere d’acquisto, tra deficit cronici e abbondanza di liquidità.

I segnali contrari
La narrazione del debasement è potente, ma non priva di controprove. Il DXY è rimasto sorprendentemente stabile da aprile, i rendimenti non mostrano una deriva esplosiva e i breakeven dei TIPS restano compressi. In sintesi: l’oro corre, il dollaro perde terreno, ma il mercato obbligazionario non sta convalidando in pieno una fuga dall’USD.

Che cosa significa per risparmiatori e operatori
Per chi vende o acquista oro fisico, le forchette attuali (116 €/g per 24k; 77-87 €/g per 18k usato) richiedono attenzione a purezza, spread applicati e trasparenza delle commissioni. Per chi osserva i mercati, l’equilibrio tra narrativa (debito elevato, fiscal dominance, flussi verso beni rifugio) e dati “di prezzo” (dollaro, rendimenti, inflazione attesa) resta la bussola per capire se il rally dell’oro stia correndo sulle proprie gambe o sul passo incerto della valuta americana.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.