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Via Nizza, giù il palazzo degli orrori: «Qui vivevamo tra siringhe e crack»

Via Nizza, giù il palazzo degli orrori: «Qui vivevamo tra siringhe e crack»
Antonio sorride mentre ci chiede di abbassare la fotocamera. «Non vogliamo pubblicità ma, sì, se vuoi saperlo ce ne stiamo andando» racconta mentre con la sua compagna raccoglie la valigia e i cartoni che raccolgono i resti dello scarto della loro ultima vita. Il palazzo di piazza Nizza che verrà demolito in settimana comincia a perdere i pezzi, come aveva raccontato CronacaQui, testimoniando il degrado in cui versa l’ultimo avamposto di quella che sarà la futura rivalutazione urbanistica al confine del passante tra San Secondo, San Salvario e Barriera Nizza. Una riqualificazione che sembra, invece, andare a rilento nel ripulire gli ultimi avanzi dell’occupazione tossica di chi, ancora oggi, trova conforto in questi residui di una città industriale che non esiste più. «Da qualche settimana abbiamo sentito che ci avrebbero mandati via» raccontano un po’ sgrammaticati ma all’unisono gli ultimi occupanti. «Andiamo da un’altra parte tra Torino e Grugliasco, le vecchie fabbriche e i capannoni non mancano da queste parti» sorride Gabriela, aggiungendo “fuori tempo” che «sono di Cuba, a saperlo di venire a fare questa vita qui da voi...». Macchine di cantiere e ruspe, intanto, fanno il loro lavoro. Il palazzo degli orrori viene giù, un pezzo dopo l’altro. Resisteranno ancora per qualche giorno le scritte sui muri, sulla pareti esterne delle stanze occupate da senzatetto e tossici. «Abbiamo pulito una quantitàdi siringhe inimmaginabile» racconta Gabriela. «Ogni sera, prima di andare a dormire, per avere almeno il conforto di non finire per pungerci. Ma, proprio a dirla tutta, quello che ci è mancato per tutti questi mesi è il riscaldamento. Voi, là fuori, discutete del prezzo delle bollette del gas, noi siamo più fortunati almeno da questo punto di vista» conclude la coppia, un poco sconsolata dall’ennesimo abbandono di uno stabile occupato. «Sappiamo come va».
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