Il chiosco che rischia la serrata: «Senza aiuti non si va avanti»

«Tirare avanti è sempre più difficile, a causa dei costi insopportabili». Massimo Rovetti, 65 anni, è il titolare del chiosco-edicola di via Lancia angolo via Matilde Serao, a due passi dal parco Ruffini. Da tempo lavora con il figlio Andrea, «ma dopo 15 anni - si toglie un sassolino dalle scarpe - è diventato impossibile gestire le entrate e le uscite». Le cose non vanno più tanto bene e di aiuti, nonostante gli appelli, neanche l’ombra, Prima la crisi economica (la gente spende sempre meno), poi la pandemia da Covid 19 e infine la concorrenza del digitale e gli effetti della guerra in Ucraina. Insomma nel giro di pochi anni le cose sono peggiorate a vista d’occhio. Lasciando solo e sguarnito il presidio tra San Paolo e Pozzo Strada. «Nel 2022 ho fatto di tutto per tirare avanti ma ora sto pensando di arrendermi» racconta Massimo. «Prima vendevamo i dvd per i bambini e i sacchetti, ora poco o nulla. È anche difficile pensare di lasciare l’attività a mio figlio». Poi sono arrivati i problemi con i fornitori, che vanno pagati di settimana in settimana, e che hanno portato nel tempo a un accumulo di debiti che ha causato l’inevitabile “crac”. Senza contare l’affitto da pagare al Comune: circa 380-390 euro «per poi avere niente, nemmeno un aiuto a tirare avanti perché nessuno si è mai interessato alla nostra vicenda» protesta. «Non facciamo il tempo a pagare tutto che già è arrivato il momento di tornare a mettere mano al portafoglio» conclude, amareggiato, il figlio Andrea, 29 anni. Il rischio, concreto, è quello di non riuscire ad arrivare nemmeno alla fine del mese. Lasciando un’altra serranda del quartiere giù per sempre.