Cerca

Il tricolore perde lo stemma: addio ai simboli dei Savoia

bandier italia

Il 19 giugno 1946 il tricolore perdeva lo stemma sabaudo. Finita la monarchia, restavano da “epurare” i simboli di Casa Savoia, primo fra tutti la bandiera, che non poteva ospitare lo scudo di Casa Reale, ovviamente. La «bandiera dei tre colori», come recita la canzone, sventolava già da qualche giorno senza stemma reale, ma a livello ufficiale nessuno aveva ancora messo nero su bianco che il tricolore quello fosse, senza scudo crociato. Il che, a ben pensarci, avvicinò il tricolore italiano a quello che era in origine, prima che i Savoia ci mettessero lo zampino intestandosi una bandiera che già esisteva, ma che era guardata con sospetto nel clima paranoico della Restaurazione.

Sì, perché non dimentichiamo che i tre colori italiani sono la rielaborazione in salsa nostrana dei tre colori giacobini, blu-bianco-rosso. All’epoca della Rivoluzione, questi benedetti tre colori erano avvertiti come una sensazionale novità. E vallo a spiegare ai rivoluzionari francesi che il bianco era stato inserito all’epoca della monarchia costituzionale per non indispettire il re Luigi XVI, che da lì a poco avrebbe perso la testa. Il blu e il rosso erano invece i colori del comune di Parigi, l’unico che tirava la carretta della rivoluzione. E in Italia? Perché il verde e non il blu? Sulla faccenda si sono spaccati la testa fior di storici. A dirla tutta, il motivo non è proprio chiarissimo. La bandiera già sventolava nella triade verde-bianco-rosso al momento dell’invasione napoleonica del 1796: fu per la prima volta inalberata a Cherasco, ma per brevissimo spazio di tempo, tanto che per due secoli dell’evento si è persa traccia, salvo ricomparire dai polverosi archivi comunali. Pochi mesi dopo, la neonata Repubblica Cispadana (stato-fantoccio governato dai francesi) decretava che il proprio vessillo sarebbe stato verde-bianco-rosso. La decisione fu presa a Reggio Emilia, città da quel momento divenuta simbolo del tricolore. Ma sul perché del verde, legato già ai giacobini cheraschesi, resta un velo di mistero.

Ormai, i tre colori iniziavano a diffondersi per indicare un progetto politico: quello di una Italia unificata e repubblicana; va da sé che i legittimi sovrani italiani vedessero come fumo negli occhi il malefico tricolore giacobino. E quando tornarono sul trono, le vecchie bandiere furono restaurate e il tricolore finì in soffitta. Per quanto? Giusto una manciata di anni, perché a tirarlo fuori dall’oblio ci pensò nientemeno che Carlo Alberto, il quale vi fece aggiungere lo scudo sabaudo come testimonianza dell’impegno politico di Casa Savoia per portare avanti la causa di unità nazionale. Italia unita ma non repubblicana, ovviamente: Carlo Alberto da quell’orecchio non ci sentiva. E così fino al 1946 il tricolore fu marchiato con il simbolo di Casa Savoia, fino a quando le cose cambiarono con il celebre (e ancora molto discusso) esito del referendum.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.