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Vendette e menzogne

Heard_Depp

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Un vecchio proverbio dice “la lingua non ha ossa, ma se le fa rompere”. Oggi non si può più rompere le ossa a chi offende, ma si può fare come l’attore Johnny Depp, che vistosi la carriera scardinata dalle false dichiarazioni della ex moglie Amber Heard l’ha citata in giudizio, chiedendole 50 milioni di danni. Nel mondo dello star system è stato il processo dell’anno. Lei naturalmente ha reagito chiedendogliene 100 per averla definita bugiarda, ma ha perso.

Sentenza storica e inattesa, specie nel clima del “me-too” che imperversa oggi negli States. Lei gli dovrà versare non 50, ma 15 milioni. Lui a lei solo 2, per colpa di un suo avvocato che in aula ha definito “un mucchio di menzogne” le accuse della Heard. Naturalmente si sono subito scatenate le prefiche femministe: “È un passo indietro sconsolante per tutte le donne vittime di violenza che osano ribellarsi”. Sì, lo sarebbe se lei fosse stata davvero vittima di violenza, ma a quanto pare non lo è stata. Si è inventata tutto per vendicarsi.

Non c’entra niente con questa lite fra divi, ma lasciatemi esultare per un caso in cui una moglie vendicativa è stata smascherata. Conosco personalmente due casi (ma ce ne sono centinaia) in cui nel corso di una separazione lei si inventa presunte molestie sessuali di lui sui figli piccoli. Non è quasi mai vero, ma scatta subito un procedimento d’ufficio in cui i bimbi sono torturati da psicologi e assistenti sociali, e il padre non può vederli per anni, perdendosi la loro infanzia.

Quando si arriva al “non luogo a procedere” è tardi: sono già adolescenti. Maurizio, il mio amico di Verona, ne è morto di crepacuore. Non gli sarebbero bastati neanche i 15 milioni di Johnny Depp.

collino@cronacaqui.it
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