Cappuccetto rosso

La conferma che in Sicilia esiste una nebulosa di logge massoniche che fiancheggiano la mafia e proteggevano la latitanza di Messina Denaro imbarazza il Pd, che ha molti suoi esponenti di spicco incappucciati. “Che male c’è? - si precipita a giustificare Repubblica - in Italia esiste il libero associazionismo, e il Grande Oriente d’Italia è un’associazione come tante”. Già equiparare la massoneria a una bocciofila fa ridere. Ma la domanda è: perché sbattere in galera Licio Gelli, allora? “Perché la loggia era ’coperta’- rispondono i compagni - e aveva un progetto golpista”. Supposto che siano vere queste affermazioni (tutte da dimostrare) si può obbiettare che 1) Non sono mai stati reperibili gli elenchi precisi degli iscritti, per dire, a Lotta Continua, a Potere Operaio, ma anche all’Opus Dei, ai vari Centri Sociali, alle numerose sigle animaliste, ambientaliste e pacifiste combattenti - 2) Il progetto eversivo più radicale e clamoroso (la rivoluzione armata) è sempre stato predicato apertamente dai rossi ed equivale in toto al (presunto) progetto di golpe della P2. Anzi, la rivoluzione comunista è un intento reale che per decenni fu anche pianificato con soldati, basi, istruzioni, mezzi ed armi, tanto che Gladio, il golpe Borghese e l’eversione nera nacquero per resistere ad esso. Fu un pericolo molto più grave del nebuloso 'riaggiustamento istituzionale' auspicato in qualche lettera fra piduisti. Ma adesso si scopre che la massoneria rossa esiste, ed è lecitissima. Se la favola del re nudo è sempre attuale (e lo è...) qualcuno gridi ai nipotini di Lenin che credevano di indossare grembiulini invisibili: “avete le chiappe all’aria, compagni, e le vergogne scoperte”.

collino@cronacaqui.it