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L'INTERVISTA

L'incubo del tabaccaio rapinato sei volte: «Ho chiuso per paura, ora ringrazio i poliziotti»

Parla Eugenio Anselmo, il commerciante di piazza Sofia preso di mira per settimane dallo stesso bandito

L'incubo del tabaccaio rapinato sei volte: «Ho chiuso per paura, ora ringrazio i poliziotti»

«Ti riduco in sedia a rotelle», «Ti sfregio con l'acido», «ti incendio il negozio»: così un italiano di 27 anni entrava in una tabaccheria, con solo gli occhiali da sole addosso, e la rapinava. Lo ha fatto sei volte, prendendo di mira sempre lo stesso tabaccaio. Fino all’altro giorno, quando è stato stato arrestato dai poliziotti del commissariato di Barriera di Milano: «Hanno preso a cuore il mio caso e li ringrazio - commenta ora Eugenio Anselmo, il tabaccaio preso di mira - Ho scritto a questore e prefetto per far sapere quanto sono fiero di quegli agenti».

La squadra di polizia giudiziaria del commissariato di via Botticelli, in effetti, teneva d’occhio il rapinatore da maggio, quando sono iniziati i primi colpi (i primi tre sono avvenuti nel giro di 24 ore). Tutti ripresi dalle telecamere di videosorveglianza del negozio di strada Settimo 4/A, all’angolo con piazza Sofia.

Si vedeva questo ragazzo spavaldo che minacciava il negoziante e riusciva a farsi consegnare stecche di sigarette e i soldi della cassa (2mila euro in tutto). In mano non aveva mai un’arma ma uno zaino, una busta della spesa, una borraccia. Tono e modi, però, erano abbastanza convincenti per farsi consegnare tutto: una volta ha fatto credere al tabaccaio che la borraccia fosse piena di acido con cui avrebbe potuto sfregiarlo e che nascondesse una pistola sotto la maglietta. In un’altra occasione gli ha detto che, se non pagava, sarebbe tornato a bruciare il negozio: una minaccia quasi in stile mafioso. Tanto che il povero commerciante si era messo in “mutua” e aveva chiuso il negozio per circa due settimane: «Non mi era mai successo in 20 anni di attività e alla fine non connettevo più - ripercorre ora Anselmo - Una volta mi ha anche sequestrato nel negozio: mi ha bloccato mentre chiudevo, mi ha spinto dentro ed è entrato chiudendo la serranda. Mi sentivo mancare». Ma perché quel ragazzo ce l’aveva tanto con lei? «Non lo so, forse mi aveva preso per il suo bancomat perché io non ho mai reagito. Mi avevano consigliato così».
Alla fine il rapinatore è stato arrestato in flagranza di reato dagli investigatori in borghese che si erano appostati fuori dal negozio: «Stavano qui tutto il giorno per prenderlo, non posso fare altro che complimentarmi. Ora spero che la giustizia faccia il suo corso». Il 27enne, che ha precedenti anche per tentato omicidio, è stato perquisito e in casa i poliziotti gli hanno trovato un coltellaccio, poi sequestrato. Ora il Tribunale di Torino ha disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

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