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La sentenza

Condannato per violenza sessuale sulla nipotina. Ma è libero e al processo non si è mai visto...

In tribunale a Torino la storia tragica di una ragazza abusata quando aveva solo 5 anni

Condannato per violenza sessuale sulla nipotina. Ma è libero e al processo non si è mai visto...

«E' successo solo una volta» aveva detto la mamma della ragazzina, difendendo il cognato. «E poi si è scusato» aveva aggiunto. E anche la piccola Amina (nome di fantasia) aveva perdonato quello zio orco che l'aveva costretta a rapporti sessuali quando era soltanto una bambina di 5 anni.

La giustizia italiana, però, ha fatto il suo corso ed è cominciato un processo per violenza sessuale, concluso nei giorni scorsi con la condanna a 4 anni di carcere per l'imputato, un 34enne marocchino (di cui siamo tenuti a non rilevare il nome per tutelare la sua vittima e non renderla riconoscibile, visto che i due sono parenti e portano lo stesso cognome). 

Il pubblico ministero Chiara Canepa era riuscita a ricostruire l'intera vicenda, partita dopo una segnalazione da parte della Procura dei minorenni nel febbraio 2021. I magistrati di corso Unione Sovietica si stavano occupando del caso dopo la segnalazione della psicologa della scuola frequentata da Amina, che aveva percepito come qualcosa non andasse nella famiglia di origine marocchina. Così sono emersi gli abusi dello zio paterno, che all'epoca dei fatti era disoccupato e viveva con la ragazzina e i suoi genitori. E che aveva fatto spogliare la nipote, che aveva soltanto 5 anni, e l'aveva coinvolta in atti di masturbazione. Lei lo aveva raccontato subito alla mamma, che in seguito aveva rassicurato gli assistenti sociali: «E' successo solo una volta e poi io sono sempre a casa. Se non ci sono io, c'è mia mamma, che fa avanti e indietro dal Marocco». Il papà, intanto, ha chiesto spiegazioni al fratello e ha minacciato di denunciarlo. Per questo l'orco ha fatto i bagagli e se n'è tornato definitivamente nel suo Paese, dove Amina lo avrebbe incontrato durante una vacanza e avrebbe accettato le sue scuse. E dove il 34enne si trova ancora oggi, libero e mai presente nel processo in cui è stato condannato per violenza sessuale.

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