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L'AGGRESSIONE

Picchiano il clown che fa le bolle di sapone: «Prima gli insulti razzisti, poi le botte»

L'accusa di Idaletson, malmenato di notte: «E' stato il gestore di un circolo». Ma arriva la replica

Idaletson Antonio Delgado dopo il pestaggio. Una settimana di prognosi, collare e un occhio gonfio

Idaletson Antonio Delgado dopo il pestaggio. Una settimana di prognosi, collare e un occhio gonfio

«Mi hanno picchiato perché sono nero». Ancora scosso dall'episodio che l'ha visto vittima di violenze fisiche e verbali, Idaletson Antonio Delgado, 35enne artista di strada originario delle isole di Capo Verde, racconta la cronaca di un pestaggio avvenuto sabato notte. Idaletson a Torino è molto conosciuto: «Mi chiamano tutti il "ragazzo delle bolle", sono un artista di strada e sono spesso in piazza San Carlo. Quando sono stato picchiato ero appena uscito da un locale in zona Vanchiglia, la bocciofila "Rami secchi" dove ero stato per trascorrere una serata con alcuni amici. Stavo andando a slegare la catena della mia bici, volevo tornare a casa. Sono stato raggiunto da due uomini che hanno iniziato a provocarmi e spintonarmi. Così sono tornato dentro al locale».

Ma Idaletson uno di questi uomini lo conosceva: «Quando sono uscito fuori nuovamente, erano ancora li, mi aspettavano. Ho riconosciuto tra i due violenti un gestore di un circolo Arci: un uomo con cui 11 anni fa avevo addirittura condiviso una grigliata in un contesto amichevole, era in buoni rapporti con la mia ex. Non abbiamo mai litigato, né mai avuto discussioni. Era noto per le sue manie razziste, infatti in tanti ci chiedevamo come facesse un razzista a gestire un circolo Arci». Questa, l'accusa di Idaletson. Ed è proprio un'aggressione razziale quella che l'artista denuncia: prima sui suoi canali social con un "reel" e poi anche dai carabinieri, dove si è recato per querelare, certo di conoscere l'identità di uno di loro. «Sono usciti dal locale anche i gestori, una mia amica ha cercato di darmi una mano perché gli altri con cui avevamo trascorso la serata erano andati via, ma quei due erano feroci come due leoni. Mi hanno picchiato, pugni e calci, mi hanno urlato parole terribili, insulti razzisti. I violenti erano dentro il locale prima, come lo ero io. Dopo il pestaggio mi sono allontanato verso casa e hanno provato a seguirmi. Avevo anche perso il cellulare, mi sarà caduto mentre mi prendevano a botte. Sono tornato dopo a recuperarlo, quando sono tornato lì davanti ho trovato le forze dell'ordine, qualcuno le aveva chiamate, ma gli aggressori erano spariti. Poi la mia amica mi ha accompagnato al pronto soccorso del Mauriziano. Ho una settimana di prognosi, il collare e un occhio gonfio», continua Idaletson. «Non erano ubriachi. Erano "esaltati", questo sì, non so se avessero assunto degli stupefacenti. Mi dicevano le solite cose che dicono i razzisti, mi chiedevano perché venissi in Italia. Ma io a Torino vivo da undici anni e sono un regolare lavoratore con partita Iva, pago le tasse e sono felice di farlo, perché questo è integrarsi a una società civile». Molto provato, il "ragazzo delle bolle" dice di avere ricevuto tanti messaggi solidali.

Quanto agli aggressori del clown, facendo una ricerca sul web il circolo Arci che la vittima nomina, il Machito, risulta essere chiuso, come Arci stessa conferma: «Il Signor F.L. (uno degli aggressori secondo Idaletson, ndr) non è più un dirigente Arci, da oltre un anno. Il circolo è chiuso. Sul resto preferiamo non commentare».

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