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il retroscena
06 Ottobre 2024 - 07:45
Nei riquadri, Alain Dante Stefanoni e Alice Acquarone
Il punteruolo puntato al collo dell’avvocato. Sheila Foti, figlia di Antonio Foti, racconta così quegli istanti: «Puntava quell’oggetto al collo di mio padre, l’ho visto e ho subito accostato. Sono stata rapinata del mio cellulare, ma quell’uomo voleva anche rubarci la macchina». Quell’uomo non è uno qualsiasi, ma Alain Dante Stefanoni, 50 anni, che quando ne aveva 35 si è reso protagonista di uno dei più efferati femminicidi avvenuti a Torino: quello di Alice Acquarone, uccisa con una chiave inglese e poi avvolta in un tappeto. Dopo la rapina, Stefanoni è stato latitante per un mese, prima di essere arrestato dai carabinieri.
Rapina, fuga e arresto
L’uomo che ammazzò la fidanzata con una chiave inglese era in auto con il suo legale, Antonio Foti, 83 anni. Era il 3 settembre. Alla guida c’era la figlia di Foti, Sheila, anch’essa avvocato. Padre e figlia si stavano recando ad Alessandria. Lì Stefanoni avrebbe dovuto apparire davanti al magistrato di sorveglianza, il quale doveva decidere sulla sua pericolosità sociale. Il 50enne, in libertà vigilata, era ricoverato all’Amedeo di Savoia. All’improvviso, la follia: «Andiamo in via Ala di Stura», ha intimato Stefanoni ai due avvocati. Al loro rifiuto, l’uomo ha tirato fuori dalla tasca un punteruolo con una lama di 10 centimetri e l’ha puntato al collo di Antonio Foti. La figlia Sheila ha accostato. «Gli ho urlato: “Vattene o andiamo dai carabinieri. Lui però voleva le chiavi dell’auto, allora le ho tolte dal quadrante. Mi ha preso il cellulare e ha continuato a minacciarmi, ho urlato contro di lui per farlo andare via e poi nel frattempo ho chiamato i carabinieri» così l’avvocata. Il tutto, è successo in corso Tassoni. Stefanoni si è quindi allontanato e per un mese ha fatto perdere le sue tracce. Fino a quando i militari della terza sezione “Catturandi” del Nucleo investigativo di Torino l’hanno “pizzicato” da Pastarell, nota pasticceria di piazza XVIII Dicembre, arrestandolo.
L’omicidio di Alice
Alain Dante Stefanoni nel 2009 era salito alla ribalta delle cronache per l’omicidio, in largo Nicola Fabrizi, di Alice Acquarone, 46 anni, trovata morta nel tardo pomeriggio del 5 aprile nel cortile del condominio dove risiedeva. Alice, nell’agosto del 2008 aveva conosciuto Alain Dante Stefanoni, con il quale aveva iniziato una relazione. L’uomo la massacrò con una chiave inglese (o forse con un ferro da stiro) per poi avvolgerla in un tappeto, trascinarla lungo le scale e abbandonarla in cortile accanto ai cassonetti dei rifiuti. Fermato dai carabinieri, aveva confessato: «L’ho uccisa perché mi voleva lasciare». Venne condannato prima a trent’anni di galera e poi a sedici. Negli ultimi tempi era in provincia di Alessandria, in libertà vigilata. Ad Alessandria, il 3 settembre sarebbe dovuto comparire in aula. Invece, è finito di nuovo in manette. Sheila Foti ha denunciato l’accaduto. «In tanti anni - racconta, ancora sotto shock, l’avvocata - non ci era mai successa una cosa simile».
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