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Il processo

Appalti pubblici, estorsioni e biglietti per la Juve: «Così lavorava il dentista della mafia»

Il pm chiede 8 anni e mezzo di carcere per Domenico Panetta, vicino alla ‘ndrangheta

Appalti pubblici, estorsioni e biglietti per la Juve: «Così lavorava il dentista della mafia»

Foto di repertorio

Biglietti per le partite della Juventus, estorsioni ma anche “consigli” per gli appalti pubblici, facendo da tramite fra alcuni politici e le cosche calabresi. Tutto con il suo studio dentistico di Rivoli come sede di «incontri, intese e affari illeciti»: sono le accuse che il pubblico ministero Paolo Toso muove a Domenico Panetta, 68enne odontoiatra. Per cui il magistrato ha chiesto una condanna a 8 anni e mezzo di carcere per concorso esterno in associazione mafioso e una serie di altri reati, dall’estorsione ai millantati crediti (che sono già prescritti).

Tra il 2015 e l’8 ottobre 2018, quando il dentista venne arrestato, cimici e telecamere della Direzione distrettuale antimafia hanno registrato i rapporti tra lui e personaggi come il boss Renato Macrì e Giacomo Lo Surdo (capo del gruppo ultrà degli Arditi).

Ma nell'inchiesta sono spuntati contatti anche con carabinieri “infedeli” e politici locali come Francesco Massaro, ex presidente del Consiglio comunale di Rivoli poi condannato a 4 anni per induzione indebita. A lui Panetta avrebbe raccomandato una ditta di manutenzioni gradita ad Adolfo Crea, altro personaggio di spicco della ‘ndrangheta. Ma, come si legge negli atti, avrebbe anche offerto cure gratuite a affiliati e parenti per «ottenere il sostegno di famiglie calabresi in occasione di elezioni nei Comuni di Rivoli e Grugliasco per la compagine politica a cui apparteneva (i Moderati, ndr)». Il pm ha aggiunto nella requisitoria che il dentista avrebbe offerto sostegno e suggerimenti, documentati dalle intercettazioni, a Katja Agate, attuale consigliera comunale della lista civica Rivoli nel Cuore e candidata in passato alle politiche con il Terzo polo e in Regione con la lista civica per Cirio (Agate non è mai stata indagata).

Panetta avrebbe avuto avrebbe avuto un ruolo anche nelle trattative per mettere d’accordo capi ultras ed esponenti delle ‘ndrine, che nel suo studio si sarebbero spartiti i biglietti della Juve. «Il mio cliente era vicino e disponibile nei confronti di singoli, non dell’associazione mafiosa - contesta Wilmer Perga, avvocato dell’imputato - È tutto legato alla comune provenienza e alle parentele: Panetta è cognato di Vincenzo Macrì, ucciso in un agguato».

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