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L'inchiesta
26 Ottobre 2024 - 05:20
Li ha riconosciuti, ancora con il terrore negli occhi, quando è tornata al Valentino e i poliziotti hanno trovato quei ragazzi dentro il rudere dell’ex Club 84. E ha ritrovato il volto dei suoi stupratori anche nelle fotografie che ieri ha visto negli uffici della polizia ferroviaria: spuntano due sospettati per la violenza sessuale di gruppo della scorsa settimana al parco del Valentino. La vittima ha puntato il dito contro due giovani di nazionalità marocchina e uno sarebbe appena maggiorenne: si tratta forse del ragazzo cui un altro stupratore ha detto “adesso sei un uomo”, facendo pensare a un rito di iniziazione?
Il racconto dell’orrore
È la stessa ragazza a raccontare l’incubo del 15 ottobre: «Stavo cercando un bancomat in via Nizza - ripercorre la 27enne di origine peruviana, che chiameremo Aida, nella denuncia presentata al commissariato San Paolo - Un ragazzo, sui 18 anni e con accento arabo, si è offerto di aiutarmi. Siamo andati verso il Valentino ma, prima di arrivare, mi ha strappato il cellulare dalle mani».
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Aida lo ha rincorso fino dentro il rudere della discoteca di fronte a corso Marconi, a due passi dal castello dove ha sede la facoltà di Architettura: «Un attimo dopo due nordafricani mi hanno bloccato l’uscita, altri due mi hanno spinta e buttata sopra un materasso». Dove si è consumato lo stupro. Poco dopo, i sanitari del 118 hanno trovato la 27enne seminuda in un altro punto del parco, verso il Po: probabilmente i suoi stupratori l’hanno trascinata lì dopo la violenza.
Indagini top secret
Da lì è partita immediatamente un’indagine su cui vige il massimo riserbo: «L’altro giorno siamo andati nell’ex discoteca con la polizia - riporta il papà della 27enne - C’erano sei o sette uomini, li hanno portati via tutti e mia figlia ha riconosciuto due degli stupratori».

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Cesare Parodi, è passata prima al commissariato Barriera Nizza e poi alla polizia ferroviaria. Infatti ieri la 27enne si è fatta forza ed è andata negli uffici di Porta Nuova per il riconoscimento fotografico dei due sospettati. Intanto si è rivolta all’avvocato Giulia Marchetto: «È molto turbata, questo momento è delicato e particolare - riferisce la legale - La nostra speranza è che ci siano i gravi indizi di colpevolezza per procedere a una custodia cautelare dei sospettati».
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