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La storia

Minacce e rose rosse per ritornare insieme: così un uomo è finito a processo per stalking all'ex compagno

Un 48enne torinese e un 30enne peruviano si sono ritrovati in tribunale dopo essersi lasciati

Minacce e rose rosse per ritornare insieme: così un uomo è finito a processo per stalking all'ex compagno

«Se non torni da me faccio del male al cane». C’è anche l’invio un messaggio video di questo tipo fra gli episodi di cui deve rispondere in tribunale un uomo di 48 anni residente nel Torinese, accusato di stalking e maltrattamenti. La presunta vittima è il suo ex convivente, un peruviano di 30 anni, parte civile con l’avvocato Marco Moda. L’imputato, difeso dall’avvocata Valentina Zancan, è stato interrogato ieri in aula e ha negato tutti gli addebiti. La relazione fra i due - che si erano conosciuti in Perù anni prima - si interruppe nell’estate del 2022. Una insegnante di italiano raccolse le confidenze del giovane sudamericano - che nelle sue denunce ha parlato di botte, insulti e umiliazioni - e lo invitò a rivolgersi alle forze dell’ordine. Quando il trentenne lasciò la casa per rifugiarsi in un Centro antiviolenza, l’imputato avrebbe cominciato a tempestarlo di telefonate e di messaggi, alternando le minacce alle richieste di riprendere il rapporto e ai gesti destabilizzanti, come l’invio di un mazzo di fiori o la pubblicazione di una sua immagine su un sito di incontri.

«Non è vero - ha detto in aula l’imputato - che maltrattavo il mio compagno. Lo dimostrano le fotografie: a me pare che facessimo una vita bella. È vero, gli ho mandato i fiori all’indirizzo del Centro antiviolenza: erano cinque rose rosse, una per ogni anno passato insieme. Non era per riconquistarlo ma per ricordare che rapporto c’era fra noi. Quanto al profilo social, fu lui ad aprirlo. Se c’era qualche problema era per la differenza d’età: a un certo punto cominciai a sentirmi più un papà che un compagno». Il processo continuerà il 10 febbraio.

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