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Il caso
01 Aprile 2025 - 16:20
Prima scippi e rapine ai passanti, poi le botte ai vigili che li hanno fermati: è la cronaca di quanto successo sotto i portici di via Roma, a Torino. Pieno centro e pieno giorno, con gli agenti poi trasportati in ospedale. Mentre i protagonisti, tre uomini di origine marocchina e una 16enne italiana, sono finiti in manette per i reati di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Ma sono stati tutti già liberati.
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I fatti risalgono alle 16.30 di martedì, come ricostruito negli atti dell’intervento degli agenti della polizia municipale. La centrale operativa ha girato la segnalazione arrivata al 112 di un gruppo di stranieri che si aggirava per il centro cittadino in monopattino: «Sono incappucciati e vestiti di nero, stanno derubando i passanti tra piazza Castello e piazza Carlo Felice» ha raccontato il testimone all’operatore del 112. A quanto pare, agivano in “squadra”, con due che puntavano le vittime e gli altri che colpivano.
Le pattuglie della municipale sono partite subito e hanno “pizzicato” la banda sotto i portici di via Roma, all’altezza del negozio Desigual. Ma ci sono voluti pedinamenti e l’intervento di diverse squadre, tra vigili in divisa e in borghese, per bloccarli dopo il loro tentativo di fuga: prima, si sono urlati qualcosa in arabo per avvisarsi dell’intervento degli agenti; poi, quando il più grande del gruppo è finito in manette, gli altri hanno provato a mimetizzarsi fra la folla che nel frattempo si era radunata davanti ai negozi. E hanno filmato il momento dell’arresto del loro “amico”: «Pezzi di m… non toccateli!» urlava la ragazza con il cellulare in mano. Poi si è scagliata contro gli agenti, che alla fine sono riusciti a rintracciare tutti e quattro i protagonisti della vicenda. Ma alcuni sono finiti in ospedale con lesioni alla cervicale, alle ginocchia, alla schiena e alle dita (con prognosi fino a 8 giorni): si sono presi calci, pugni e sputi da parte dei quattro membri della “banda”, compresa la 16enne.
Alla fine sono stati tutti arrestati, come disposto dal pubblico ministero di turno, Giovanni Caspani. Che ha chiesto di mantenere la custodia cautelare in carcere anche dopo il processo per direttissima, in cui erano assistiti dagli avvocati Alberto Bosio, Lucia Franzese e Francesca D’Urzo. Ma il giudice ha deciso che, dopo due notti in cella, i tre maggiorenni sono stati processati per direttissima e poi scarcerati con l’obbligo di firma.
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