Shade ancora in ospedale: “Non so se esco per il singolo, mi basta uscire vivo”

Negli ultimi giorni, Shade aveva condiviso con i fan la difficile esperienza legata a un'infezione polmonare che lo ha costretto al ricovero. Ora l’artista è tornato a parlarne attraverso una nuova storia sui social: un breve video in cui, seppur con il suo solito tono ironico, lascia intendere che la sua situazione clinica resta delicata.
"Sono ancora in ospedale, grazie a tutti per i messaggi. Dubito di riuscire a uscire in tempo per il singolo estivo, ma mi accontento di uscire vivo", ha dichiarato.

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Shade ancora in ospedale: "Non è una passeggiata, ma poteva andare peggio"

Il rapper torinese aggiorna i fan sulla sua salute con il solito spirito ironico, raccontando il ricovero e la lunga degenza per una grave infezione

Pochi giorni fa, il rapper – vero nome Vito Ventura – si era mostrato in una story su Instagram direttamente dal letto dell’ospedale, annunciando il suo stato di salute. In un successivo video pubblicato su TikTok, ha raccontato le cause del ricovero:
"Ho un’infezione ai polmoni che mi ha messo ko. Mercoledì scorso ho avuto difficoltà respiratorie così gravi che ho smesso di respirare per qualche momento". Le sue condizioni, che comportano una lunga terapia respiratoria, restano impegnative, ma Shade non ha perso il suo spirito:
"Di certo ho dormito in posti peggiori".

Il rapper ha voluto chiarire di persona la sua condizione, commentando ironicamente l’attenzione dei media:
"Eccomi qua, nonostante i titoloni sono ancora vivo. I miei polmoni non sono messi bene, sembra che qualcuno ci abbia rovesciato dentro qualcosa di tossico. Mercoledì ho smesso di respirare, sono finito al pronto soccorso e lì mi hanno rimesso in sesto".

Nonostante debba ancora fare i conti con grosse difficoltà respiratorie e l’uso dell’ossigeno, Shade affronta tutto con leggerezza e sarcasmo: "Respiro ancora malissimo, ma almeno il posto è meglio di certi hotel dove ho dormito", scherza.
E conclude con un tocco d’autoironia: "Il percorso di guarigione sarà tosto, ma c’è chi sta peggio. Forse è il prezzo da pagare per aver provato a uccidere la musica italiana".